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Angeletti: «No ai ticket, colpirebbero i tartassati»

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Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, boccia senza mezzi termini l'ipotesi di introdurre i ticket e rilancia lo strumento della concertazione per le decisioni sulla Finanziaria. «Non voglio entrare nel dettaglio e stare qui a discutere di quelle che ancora sono delle ipotesi. Ma una cosa sia chiara: se le cifre sul rinnovo dei contratti restano quelle che circolano si va allo scontro». Il governo sarebbe intenzionato a mettere sul piatto non più di un miliardo di euro per il rinnovo del contratto nella pubblica amministrazione. Che dite? «Ma stiamo scherzando! Ce ne vogliono almeno quattro di miliardi. Siamo molto lontani e se il governo dovesse insistere su questa linea si arriverà allo scontro». Eppure il ministro della Funzione pubblica ha detto che la coperta delle risorse finanziarie è corta. Come la mettete? «Non si può sempre scaricare sulle spalle dei lavoratori dipendenti il costo delle manovre economiche. Il governo, come datore di lavoro del settore pubblico, si è preso un impegno che deve rispettare. Il che significa rinnovare i contratti». Altra questione aperta è quella dei ticket nella sanità. Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni si è detto favorevole. Lei è contrario. Rompete il fronte sindacale? «Qui non si tratta di fronte sindacale. La questione è semplice. Nella sanità c'è uno spreco immane di risorse. Non mi convince l'impregno che i ticket interesseranno solo i redditi bassi. È praticamente impossibile selezionare i ricchi dai poveri in base alal dichiarazione dei redditi. E non siamo solo noi sindacalisti a dirlo. Vorrei ricordare che anche il presidente dela Confindustria Luca di Montezemolo ha definito imbarazzante l'attuale sistema fiscale in base al quale gli avvocati pagano meno tasse dei metalmeccanici. Ho quindi l'impressione che saranno veramente in pochi a pagare i ticket». Che cosa bisognerebbe fare invece per ridurre i costi nella sanità? «Bisognerebbe rivedere le convenzioni con le cliniche private, imporre a tutte le Asl di acquistare allo stesso prezzo, quello più basso. Ora invece ogni Asl paga lo stesso prodotto in modo diverso». Tra le ipotesi allo studio ci sono anche tagli nella pubblica amministrazione. «Se tagliano gli sprechi nessuna obiezione da pare nostra. Vogliamo una pubblica amministrazione efficiente. ben venga quindi la responsabilizzazione della dirigenza. Per ridurre i costi bisognerebbe stabilire dei tempi entro i quali le pratiche vanno risolte». E sul cuneo fiscale siete d'accordo? «Il 40% del taglio del cuneo fiscale deve andare tutta ai lavoratori dipendenti e non va spalmata ai finti poveri delle false dichiarazioni dei redditi. Se facciamo passare il 40% attraverso la riduzione dell'Irpef i lavoratori lo vedono solo a metà perchè va sotto forma di riduzione dell'Irpef e quindi va a vantaggio di chi non paga le tasse, di chi si dichiara povero. La riduzione del cuneo fiscale deve avvenire sotto forma di detrazione». L.D.P.

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