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«L'opposizione si fa in Parlamento, in piazza, in tv e ovunque è necessaria».

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Non esclude il ricorso alla piazza, ma non vuole nemmeno che venga tralasciata l'azione di contrasto in Parlamento. L'ex ministro degli Esteri si è poi chiesto come sia possibile che «solo la sinistra possa avere il monopolio e l'arroganza di dire che soltanto la piazza di sinistra è democratica e che quella di destra non lo è». Sulla situazione dell'esecutivo, il capo della destra avverte: «Non è da escludere che la maggioranza imploda: compito dell'opposizione è lavorare per metterne a nudo le contraddizioni». Fini poi ha parlato delle nostre ex colonie spiegando che: «l'Europa è stato un elemento di civilizzazione e non tutte le pagine del colonialismo sono negative: se pensiamo a come sono ridotte oggi l'Etiopia, la Somalia e la Libia e a come stavano sotto l'Italia, credo che ci debba essere una rivalutazione del ruolo italiano in quei paesi. Credo - aggiunge Fini - che questa pagina di storia sarà riscritta». Poi, intervistato dai giornalisti, spiega il senso delle sue parole: «Non ho mai detto che le ex colonie italiane stavano meglio prima» e cioè sotto il dominio dell'Italia. Il leader di An dice secco: «Non ho mai detto che le ex colonie italiane stavano meglio prima». Semmai, sottolinea, «ho detto che non tutto ciò che va sotto il nome di colonialismo è stato negativo. Certamente ci sono state pagine che possono essere caratterizzate negativamente, ma è altrettanto vero che molte delle infrastrutture delle quali ancora oggi c'è traccia, in molti Paesi, sono retaggio della presenza dei Paesi europei, e questo vale certamente per l'Italia». A proposito della fiaccolata davanti all'ambasciata indonesiana in ricordo dei tre cristiani uccisi, promosso dal leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Fini giudica «l'iniziativa lodevole».

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