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di FABRIZIO DELL'OREFICE FU LUI ad organizzare il primo girotondo della storia politica.

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Ma era già l'agitatore delle piazze, l'organizzatore delle truppe, era lui che mobilitava i ragazzi di destra e li portò, assieme all'allora leader dei giovani dell'allora Msi Riccardo Andriani, davanti a Palazzo Montecitorio. Anzi, attorno, in girotondo. Era il «Parlamento degli inquisiti», dopo qualche giorno manifestanti avrebbero tirato monetine contro Bettino Craxi. Lo slogan dei Fini boys era: «Arrendetevi, siete circondati». Scopelliti oggi è sindaco di Reggio Calabria, dopo essere stato anche presidente del Consiglio regionale calabrese. Insomma, da dieci anni è nelle istituzioni. Ma non per questo ha abbandonato la piazza. «Anzi». Anzi? Scende ancora in piazza per protesta? «Certo, non ho mai smesso». Ma ora governa lei, contro chi protesta? Contro se stesso? «Protesto contro chi non vuole farci fare, contro chi blocca i progetti. Contro chi non vuole farci governare». E cioè? «Guardi, le racconto questo episodio. L'amministrazione comunale vuole realizzare un tapis roulant ma la magistratura l'ha bloccato. Sono scese in piazza trecento persone e tra questi anziani, disabili che invece chiedevano di realizzare il tappeto trasportatore». Una manifestazione organizzata da lei? «Diciamo che in piazza si può andare anche per qualcosa. La manifestazione può essere anche pro». Figuriamoci quindi contro il governo Prodi. Cosa propone, la marcia su Roma? «Penso che sia assolutamente utile manifestare in questo momento. Ha visto a Roma il corteo di Lombardo per il Ponte sullo Stretto». Sì, e allora? «Be', era una manifestazione che riguardava sopratutto Reggio e Messina, insomma una zona limitata. Ha avuto un successo strepitoso. Significa che i nostri non attendono altro che mobilitarsi. Sono d'accordo con quanto dice Berlusconi proprio oggi. Anzi forse si è perso troppo tempo. Sono gli elettori a chiederlo e non solo i nostri». Ma perché gli elettori hanno la sensazione che l'opposizione non stia facedo nulla in Parlamento? «C'è una richiesta forte, fortissima. Anche perché il malcontento nei confronti di Prodi è diventato in pochi mesi enorme. Le liberalizzazioni hanno solo colpito alcune categorie e basta, non cambiando la vita agli italiani. L'indulto, poi: è l'atto più vergognoso fatto dal governo di centrosinistra. Per non parlare dell'occupazione delle poltrone. Le dirò di più». Che cosa? «Metà Paese ha votato per il centrosinistra. Ma sente che qualcuno oggi se ne vanta? Oggi nessuno più lo dice, non c'è traccia di elettori di Prodi...». Addirittura? «Lei li vede? A me sembrano spariti. Si vergognano di aver votato l'Unione». In campagna elettorale si vergognavano di votare Berlusconi, oggi è il contrario? «Il clima è cambiato, profondamente. Alla protesta dei nostri si è sommata anche la disillusione di quelli che pure avevano scelto il centrosinistra. Glielo assicuro, io vivo sul territorio, faccio il sindaco, tutti i giorni ho contatti con la gente. E posso dire che gli italiani attendono un segnale, la manifestazione serve anche a questo». Ma lei crede alla spallata? Il portavoce del suo partito, Andrea Ronchi, si mostra scettico... «Non si tratta di dare una spallata, si tratta di manifestare le proprie idee. Le voglio fare un altro esempio di vita vissuta, così ci capiamo meglio». Dica pure. «Sono andato a una trasmissione sul calcio, c'è stato un battibecco, ho alzato la voce, mi sono infuocato, accalorato per difendere il nostro lavoro, il nostro operato. Ho ricevuto una valanga di lettere, moltissime da persone che non mi hanno votato. Ecco, manifestare è anche questo. È testimoniare di esistere». Ma non si corre il rischio di ricompattare la maggioranza di centrosinistra? «Senta, se facessimo questi ragionamenti non faremmo nulla. Noi a Reggio abbiamo una sinistra ridicola e abbiamo deciso di lasciarla stare, di non attaccarla più perché si fanno male da soli tutti i giorni. Ma questo non vuol dire che allora non facciamo nulla». C'è chi ritiene che è meglio far implodere

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