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Il Congresso Nazionale Forense

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E gli avvocati vogliono sospendere la legge sulle liberalizzazioni

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Sono i punti contenuti nella mozione votata a grande maggioranza dagli avvocati riuniti a Roma per il ventottesimo Congresso nazionale Forense, che si concluderà oggi. L'avvocatura si rivolge così di nuovo al governo nella speranza che «si apra - si legge nel documento votato ieri sera - finalmente quel tavolo di confronto» che assieme alle altre professioni si è «sempre ricercato». Il Congresso ha dato mandato ai propri organi esecutivi «di perseguire tali obiettivi con la massima fermezza, ricorrendo ad ogni forma di protesta che si ritenesse opportuna». Gli avvocati, spiega una nota del Congresso, ribadiscono la distinzione tra tutte le attività professionali e le attività di impresa e sottolineano la specificità della professione forense, «la cui funzione e il cui ruolo sono costituzionalmente rilevanti». Anche per difendere questa specificità, «l'Ordine forense deve continuare ad esistere». La riforma delle professioni, dunque, «dovrà garantire il miglioramento della qualità professionale degli avvocati». Per l'avvocatura, inoltre, va difeso anche il sistema delle tariffe, «pur semplificandolo per renderlo meglio comprensibile ai cittadini».

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