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«Ora accettiamo le proposte della Cdl»

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Nello Formisano, senatore dell'Italia dei Valori e presidente del gruppo Misto, «scampato» l'ennesimo pericolo, si concede un toscano. «Probabilmente - dice - sono vere tutte e due le cose. La Cdl, in fondo, svolge il suo ruolo di opposizione. Ma le parole della Finocchiaro arrivano dopo due giorni di palese ostruzionismo che hanno avuto come unico scopo quello di diluire nel tempo il voto». Scusi, ma che c'è di male? «Noi avevamo stretto un accordo. Basta con i voti di fiducia a patto che l'opposizione rinunciasse all'ostruzionismo e la smettesse di bloccare l'Aula». Un patto che la Cdl ha rotto. «Probabilmente è scattata nuovamente l'idea della "spallata"». E adesso, che si fa? «Bè, mi sembra che questa strategia sia stancante per per loro e per noi perché ci obbliga ad essere sempre tutti presenti. Senza contare che, fino ad oggi, nonostante i cambi di casacca e i voltagabbana l'Unione non è mai andata sotto». Tranne martedì? «Ma c'erano alcuni senatori fuori che non sono rientrati in tempo». Ammetterà, però, che la maggioranza a Palazzo Madama non gode certo di ottima salute? «In Senato c'è una maggioranza risicata. Questa è la realtà. Che facciamo?» Già, che facciamo? «Qualcuno ha proposto di rivotare solo a Palazzo Madama. Altri sarebbero disponibili a maggioranze diverse. Mi sembrano due soluzioni impraticabili». Allora? «Io credo che si debba riconoscere che c'è una, anche se minina, maggioranza e lavorare perché il Senato faccia finalmente il Senato». Che tradotto vuol dire? «Vuol dire ad esempio stabilire delle questioni irrinunciabili su cui aprire un confronto e un dialogo. Prenda la Finanziaria. Si tratta di una legge che interessa tutti, perché non chiediamo alla Cdl di indicare 10 proposte irrinunciabili e apriamo un confronto di merito». Sta proponendo ai suoi alleati di accogliere in Finanziaria le proposte dell'opposizione? «Perché no. Se l'opposizione fa proposte di merito è giusto accoglierle. Io sono sempre stato per il dialogo a patto che non lo si utilizzi solo per perdere tempo». Lei dice che l'Unione non è mai andata sotto. È anche vero, però, che avete potuto contare sul sostegno decisivo dei senatori a vita? «I senatori a vita non hanno votato la fiducia al governo a scatola chiusa. Hanno semplicemente riconosciuto che c'era una maggioranza. Non credo che ci sarà sempre il loro voto». Prevede ci saranno problemi? «Il discorso è sempre lo stesso. Vogliamo continuare fino alla fine con questo bipolarismo muscolare?» Poniamo che salti la logica del «bipolarismo muscolare». Che scenari si immagina? «A quel punto ognuno sarà più libero di dire quello che vuole». Scusi ma, vista la variegata composizione dell'Unione, se ognuno dice quello che vuole è la fine? «A quel punto nulla vieta di pensare a diverse maggioranze. Cosa c'è di male se pezzi dei due Poli con sensibilità comuni, elaborano delle proposte per il bene del Paese?». Insomma, lei non teme che, da qui a dicembre, la maggioranza cada? «Noi andiamo avanti preoccupati ma fiduciosi. Tra l'altro non credo che i senatori alla prima legislatura abbiano molto interesse a tornare al voto prima dei prossimi 31 mesi». E De Gregorio? «Le rispondo con una battuta di Togliatti: "Anche nella criniera del cavallo di razza ci può essere un pidocchio". Al di là delle battute, comunque, credo che l'Idv abbia guadagnato molto da questo momento di chiarezza».

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