Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Spiegate a Romano che la vita non è fatta solo di affari»

default_image

  • a
  • a
  • a

Le sue persecuzioni, i campi di concentramento, Laogai, dove milioni di cinesi sono costretti a sopravvivere. Uno spaccato diverso sul gigante asiatico, andando oltre le tematiche economiche confrontandosi sui valori e sui principi. C'è anche questo nella settima festa di Azione Giovani, che ieri sotto una pioggia torrenziale, ha messo a confronto l'azzurro Giulio Tremonti, il direttore di Asia News, Bernardo Cervellera, il deputato di An, Fabio Rampelli, e il vicepresidente di Reporter senza Frontiere, Domenico Affinito. Invitato speciale, come testimone e vittima della violenza, Harry Wu, presidente della Laogai Foundation e rinchiuso per 19 anni in un gulag cinese. Una discussione che alla luce della visita del presidente Prodi in questi giorni in Cina, assume ancora maggiore importanza. E proprio al premier si rivolge immediatamente Tremonti, riprendendo lo slogan della festa «Essere e non sembrare»: «Qualcuno dovrebbe spiegare a Prodi che la vita è fatta di valori, principi e non solo di affari». E giù gli applausi della platea di Azione giovani che, quando si tratta di valori, va in visibilio. Ma l'azzurro va oltre e spiega: «La concorrenza sleale e i diritti negati, la mancanza di libertà religiosa, e agire nella consapevolezza che creare lavoro in quel Paese significa creare disoccupazione nel nostro. Sono stato il primo a porre la questione dei dazi in Europa. Non sono contro l'Unione Europea in generale, ma contro questo tipo di Europa». Un'Europa che per Tremonti non ha fatto «nulla per controllare questo flusso e per capire che se cambia la Cina è il mondo intero che muta». E per finire un affondo contro Prodi che «in campagna elettorale andava dicendo che l'Italia deve diventare in Europa la piattaforma per l'esportazione delle merci cinesi, la nostra preoccupazione invece è che succeda il contrario». Non c'è solo economia, ma anche la tragedia dei cattolici come spiega Cervellera: «Oggi ci sono 13 milioni di cattolici in Cina controllati. Non è cambiato molto rispetto al passato, la repressione da parte dei comunisti rimane ancora molto forte». Una situazione che non scoraggia Cervellera che anzi rilancia il suo impegno missionario: «Sono convinto che ci sia ancora bisogno di noi in Cina. I missionari sono una risorsa preziosa che continuerà ad operare sempre con lo stesso impegno». Dar. Cas.

Dai blog