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Dal buen retiro sardo il Cav riprende in mano le redini dell'opposizione

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Miracoli della comunicazione mediatica. Quando si parla di Silvio Berlusconi tutto, dal trapianto di capelli (agosto 2004 visita del primo ministro Tony Blair a villa La Certosa) alla lombosciatalgia (marzo 2006 congresso di Confindustria a Vicenza), fino alla tracheite (martedì faccia a faccia con Rutelli a Caorle), fa notizia. Così da due giorni tutti si interrogano: malattia strategica o malanni dell'età (70 il prossimo 29 settembre)? In realtà nessuno sembra aver preso in considerazione l'ipotesi più semplice. Quella che ieri Giuliano Ferrara sul Foglio ha descritto così: «La verità è che quando vuole parla, quando vuole no, si fa venire la raucedine e tanti saluti alle buone maniere e alle convenzioni pubbliche (...). Il dibattito con Rutelli poteva essere strategico, un pezzo aureo per la rentrée d'autunno, ma se manca la voglia, manca la voglia». Eccola qua, la dura e cruda verità (o almeno una delle interpretazioni ritenute più plausibili). Niente scelte strategiche, niente fini alchimie politiche, semplicemente Berlusconi (che comunque i fedelissimi descrivono come ammalato) non «aveva voglia». Non aveva voglia di lasciare villa La Certosa per presentarsi davanti alla platea di Caorle. Ha preso a pretesto la tracheite e ha prolungato il suo periodo di riposo (creando incertezza anche sulla sua partecipazione al seminario di FI a Gubbio nel fine settimana). Guai, però, a parlare di resa. Il Berlusconi che si gode il suo meritato riposo nel buen retiro sardo è un Berlusconi pronto alla battaglia. «Si prepara a tornare più agguerrito che mai» dice sicuro il direttore del Tg4 Emilio Fede uno dei fedelissimi che il Cavaliere ha visto negli ultimi giorni. «Berlusconi - continua Fede - non si è certo dato alla mondanità né ha rinunciato a fare politica. Aveva bisogno di questo riposo estivo, di un pò di relax. Ma la sua non è un'assenza. La vacanza sembra lunga solo guardando il calendario, ma in realtà per almeno una decina di giorni ha lavorato sodo anche lì in Sardegna, ricevendo uomini politici, mettendo a punto iniziative, rispondendo alle lettere che riceve in continuazione (ne aveva 370 da scrivere, di suo pugno), seguendo la situazione in Libano, interessandosi molto anche alla situazione sarda». A testimonianza di questo ci sarebbe il giro di consultazioni che il leader di FI, in vista della ripresa autunnale, ha avviato in questi giorni all'interno della Cdl. Martedì ha sentito telefonicamente il segretario Udc Lorenzo Cesa, ieri ha ricevuto Umberto Bossi in Sardegna (il leader della Lega rientrerà oggi) e lunedì prossimo dovrebbe sentirsi con Gianfranco Fini. Insomma il Cavaliere è vivo e lotta insieme a noi. Anzi, starebbe addirittura valutando l'ipotesi di portare «milioni di moderati» in piazza. Come conferma il suo portavoce Paolo Bonaiuti. «Lo abbiamo sempre detto - spiega -: faremo un'opposizione dura, implacabile, nelle aule parlamentari, e la faremo anche nel Paese. Abbiamo chiaramente aspettato la ripresa dell'attività visto che non si possono certo fare manifestazioni in pieno agosto». E il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Roberto Calderoli aggiunge: «Questa sua prolungata assenza dalla scena politica la considero assolutamente opportuna e positiva, perché così a fine settembre sarà pronto con le pile caricate al massimo per tornare in campo come fece nel dicembre del 2005. Con il ritorno in pista di Berlusconi saranno dolori per tutti». Così, dopo il forfait di Caorle e in attesa di sapere se sabato, a sorpresa, Berlusconi si presenterà a Gubbio, una nuova certezza anima il mondo politico: il Cav è pronto a tornare.

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