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Forza Italia al bivio: cambiare o no

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Berlusconi deciderà all'ultimo momento e ,come al solito, senza ascoltare nessuno. E il suo intervento in questa occasione non è di poco conto, dal momento che l'appuntamento con il seminario di studi di Forza Italia è stato caricato di attese e di significati politici oltre misura. Non per niente un comunicato pomeridiano di via dell'Umiltà, ha fatto sapere che «a due giorni dall'inizio dei lavori sono già 480 i partecipanti che hanno pagato la quota di iscrizione. Una cifra record». Come mai tanto interesse? Gubbio dovrebbe segnare una sorta di spartiacque, l'avvio di una rivoluzione copernicana per Forza Italia e l'annuncio di un nuovo corso. E a tutto questo, alla nuova veste del partito, Berlusconi dovrebbe dare la sua benedizione. Questo è quanto si attendono i quadri ma anche le seconde file del partito. Anzi sono soprattutto coloro che finora non sono stati beneficiati da incarichi di rilievo nell'organigramma del partito che nutrono grandi attese di cambiamenti. Sono mesi, dopo le due brucianti sconfitte elettorali delle politiche e delle amministrative, che dentro Forza Italia ci si attende un rimescolamento delle carte. Di solito nei partiti tradizionali è un congresso post elettorale a segnare la svolta. Ma Forza Italia è un partito sui generis dove il congresso è un'esperienza nuova e i cambiamenti finora sono avvenuti per imposizione dall'alto, da Berlusconi. La dissidenza, è un fenomeno sconosciuto, la polemica inesistente. Eppure ultimamente qualche segnale di malesssere è emerso. La schiera dei quarantenni sta premendo per un ricambio nei quadri del partito, per avere quel posto «al sole» a cui pensano di aver diritto. Berlusconi finora ha eluso queste richieste e prima dell'estate a chi o sollecitava a rimescolare le carte ha sempre risposto con la conferma dell'attuale struttura. Il dibattito interno per un nuovo corso si è espresso in maniera quasi carbonara sotto forma di dossier più o meno segreti fatti recapitare a Berlusconi con alcune indicazioni di riforme. Ma si sa che alla fine il presidente fa sempre di testa sua. Anche la recente intervista di Bondi in cui è stata lanciata la prospettiva di un maggior radicamento del partito sul territorio e della formazione di una direzione politica allargata è parsa come lo spunto per un ulteriore approfondimento. Il dissenso, il pungolo al cambiamento semmai è venuto dal senatore Guzzanti che in una lettera-provocazione ha chiesto a Berlusconi cosa intende fare. Ecco perchè Gubbio si è caricato di attese e forse proprio perchè si sente sotto pressing che Berlusconi forse non interverrà. O se lo farà non sarà per dare scosse rivoluzionarie. Forza Italia deve attendere ancora il suo turno. L.D.P.

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