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di LAURA DELLA PASQUA «CON la riforma delle pensioni la sinistra fa un regalo alla grande impresa mettendo ...

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Caduto il muro dei 60 anni le imprese potranno rottamare i cinquantenni a spese dell'Inps». Maurizio Sacconi, parlamentare di Forza Italia e ex sottosegretario al Welfare, va all'attacco delle misure per le pensioni con cui il ministro del Lavoro Cesare Damiano vorrebbe smontare la riforma di Maroni mettendo mano allo «scalone». Perchè secondo lei la nuova riforma di Damiano favorisce la grande impresa? «Il ministro del Lavoro vuole abbattere il muro dei 60 anni di età per andare in pensione. Questo renderà più agevole l'esodo anticipato dal lavoro e favorirà l'attitudine della grande impresa che ha necessità di intraprendere una ristrutturazione, di rottamare i cinquantenni». Quali imprese potrebbero usufruire della possibilità del pensionamento anticipato? «Le grandi banche e le grandi imprese industriali. La Fiat si arrabbiò molto con il governo di centrodestra perchè l'allora ministro del Welfare Roberto Maroni aveva reso difficile l'uscita anticipata dal lavoro. Noi proponemmo che l'azienda si facesse carico del periodo di accompagnamento alle pensioni dei lavoratori in esubero, ma Corso Marconi rifiutò. Con questa riforma la sinistra consente alla grande impresa di usare la pensione come ammortizzatore sociale. È il solito vecchio discorso della sinistra. Ma mettendo a carico del sistema previdenziale i processi di ristrutturazione aziendale, ci sarà un aumento della spesa previdenziale». Quindi la riforma di Damiano crea un maggior onere per l'Inps? «Proprio così. Non solo. Tutta la Finanziaria, secondo le anticipazioni che sono state fatte, determinerà un aumento della spesa corrente». Può fare qualche esempio? «Penso alle misure annunciate per il pubblico impiego. La promessa di dare stabilità ai precari farà lievitare la spesa. E siccome Prodi non sarà capace di contenere la spesa corrente sarà costretto a far uso della leva fiscale». Vuol dire che ci sarà l'aumento delle tasse? Ma la maggioranza smentisce. «Il governo ha parlato di aumento di alcune aliquote fiscali come quelle sulle rendite finanziarie che potrebbe riguardare per il futuro anche i titoli di Stato, della reintroduzione dell'imposta sulle successioni e della rivalutazione degli estimi catastali. Questa rivalutazione verrebbe a incidere sulla tassazione di tutte le proprietà immobiliari, prima casa inclusa. Inoltre la lotta all'evasione fiscale si tradurrà in una pesante invasività dell'amministrazione finanziaria. In defintiva temiamo che la manovra possa deprimere l'economia». Eppure una parte delle risorse in Finanziaria è destinata allo sviluppo. «Io vedo invece non solo l'incapacità a contenere la spesa ma la propensione a aumentarla. A questo si aggiunge la carenza di risorse da destinare alla spesa per investimenti».

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