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L'ex sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver «Annunci sconsiderati hanno attirato gli immigrati»

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La Bossi-Fini? «Ogni legge è migliorabile ma certo non va azzerata». I Centri di permanenza temporanea? «Sono assolutamente necessari». Maggiori controlli della guardia costiera per contrastare il fenomeno? «I flussi vanno disincentivati all'origine. La soluzione del problema, comunque, va cercata in ambito europeo e l'Italia deve convocare immediatamente un vertice straordinario a Bruxelles sul problema dell'immigrazione». Ha le idee chiare e spara a zero sull'esecutivo del Professore Margherita Boniver, due volte ministro della Repubblica e sottosegretario agli Esteri con Berlusconi. Perché questa lievitazione degli sbarchi? «Oltre al problema meteorologico, la causa politica va interamente individuata negli annunci e nelle dichiarazioni di molti ministri del governo Prodi. A partire da quello della Solidarietà sociale Ferrero, che aveva esordito poco dopo la sua nomina con la proposta di chiusura di tutti i Cpt e la promessa di spalancare le porte agli immigrati. Poi c'è stato l'annuncio di cancellazione della Bossi-Fini e della possibilità di ricongiungimento familiare anche per parenti che non fossero coniugi o minori, la maxisanatoria che ha regolarizzato 350-400mila sans-papiers e, infine, la cittadinanza agli stranieri dopo appena cinque anni. Un pacchetto esplosivo nella sua concomitanza che, in un mondo di comunicazione globale e istantanea, ha spinto i criminali a incrementare i viaggi della speranza». A sinistra molti hanno individuato come «colpevole» la Bossi-Fini. È d'accordo? La legge va cambiata o addirittura azzerata? «Le leggi sono sempre migliorabili. E se c'è una materia che andrebbe costantemente messa a punto e aggiornata è la normativa sull'immigrazione. Ma con l'applicazione della Bossi-Fini nel 2005 gli sbarchi sono stati inferiori al 2006. Devo dire che c'erano stati anche i benefici degli accordi bilaterali con i Paesi da cui partono i flussi stipulati da governi precedenti a quello Berlusconi. Non dimentichiamo, inoltre, che il ministro Pisanu passava buona parte delle sue vacanze sotto la tenda di Gheddafi per cercare di risolvere il problema. La questione-immigrazione, comunque, dovrebbe diventare una sintesi comune a tutte le forze politiche tenendo d'occhio l'interesse nazionale». I centri di accoglienza sono da chiudere? «No. I cpt sono assolutamente necessari anche se pure quelli sono migliorabili. Investendo di più si può renderli meno aspri». Il ministro dei Trasporti Bianchi, volato a Lampedusa, ha chiesto 10 milioni di euro per rafforzare il lavoro della guardia costiera. È una soluzione? «Premetto che sono fiera di vivere in un Paese che non spara sulle carrette del mare. Ma non è tanto un problema di controlli sulle coste. Il fenomeno va disincentivato all'origine». Come? «Nel lungo periodo è giusto rinforzare la cooperazione e gli aiuti ai Paesi più poveri. Ma nel breve è indispensabile che l'Italia, come ha fatto la Francia per il Libano, chieda all'Ue un vertice straordinario sull'immigrazione perché non è un problema che riguarda soltanto noi e non lo possiamo risolvere da soli. Io mi chiedo dov'è l'Europa. Prodi, dopo la vittoria del centrosinistra, aveva detto che eravamo tornati in Europa, come se con Berlusconi ce ne fossimo allontanati. La verità è che l'Italia con questo governo è diventata il ventre molle del Vecchio Continente». Quale strada per l'integrazione degli stranieri? «Meno buonismo e meno separatismo. Se i musulmani italiani vogliono costruire le loro scuole va bene, ma farlo noi per loro è un tragico errore».

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