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di FRANCESCO PELLEGRINO LISE FORTE del primo sì incassato in Parlamento per l'invio di caschi blu italiani ...

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Per il premier è stato un vero e proprio tourbillon di telefonate, ma nonostante tutto Romano Prodi non sembra convincere nessuno, e dagli alleati non c'è ancora nessuna risposta chiara. Il Presidente del Consiglio ha avuto ieri una prima conversazione telefonica con il Presidente francese, Jacques Chirac. Nel colloquio sono state esaminate le prospettive del dispiegamento delle forze militari in Libano per il rafforzamento della missione Unifil all'indomani della presentazione da parte dell'ONU del piano operativo e delle regole d'ingaggio per la missione. Prodi ha informato Chirac sulle deliberazioni assunte dal Governo e dal Parlamento in merito alla partecipazione italiana all'Unifil. Chirac ha espresso vivo apprezzamento per la decisione italiana e confermato la volontà della Francia di collaborare strettamente con l'Italia, l'Onu e gli altri paesi per il felice esito della missione. Entrambi hanno convenuto sulla necessità di una significativa partecipazione dei paesi membri dell'Unione Europea alla missione e concordato di mantenere un forte raccordo nei prossimi giorni. Proseguendo nel suo giro di consultazioni internazionali il Presidente del Consiglio ha avuto anche una telefonata con il Primo Ministro turco, Recep Tayipp Erdogan. Al centro del colloquio vi è stato il dispiegamento delle forze militari in Libano per il rafforzamento della missione Unifil. Prodi ha informato il Premier turco sulle deliberazioni assunte venerdì dal Governo e dal Parlamento in merito alla partecipazione italiana alla missione, auspicando al contempo una significativa partecipazione della Turchia. Dal canto suo il Premier Erdogan ha affermato che il Governo ed il Parlamento turchi stanno valutando l'entità della partecipazione alla missione che verrà finalizzata nei prossimi giorni. Nella missione in Libano la partecipazione tedesca sarà esclusivamente sulle coste. A spiegare le modalità dell'impegno della Germania è stato il Cancelliere Angela Merkel. Il pattugliamento delle coste, hanno concordato i due Capi di Governo, è un aspetto cruciale per il monitoraggio dell'embargo sulle forniture di armamenti disposto dalla risoluzione. Anche il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha raggiunto telefonicamente Romano Prodi, per esaminare le prospettive della missione in Libano. Entrambi hanno concordato un'azione concertata per sollecitare ulteriori contributi di altri Paesi alla missione Unifil. Nel frattempo la futura forza italiana per il Libano si accingerebbe a mutare ancora una volta. Finora si era parlato di 5 navi, compresa la portaerei Garibaldi, con a bordo circa 3.500 militari, 1.200 dei quali da schierare sul terreno ed avvicendati, dopo alcuni mesi, da una brigata di 3.000 persone. Ora, si penserebbe ad un gruppo navale dalle dimensioni più contenute, con 2.000-2.500 persone a bordo: il primo contingente di terra sarebbe di circa 700 uomini e quello finale, a regime, di 2.000-2.200. Ormai a ridosso della partenza della cosiddetta Forza d'ingresso che lo stesso ministro Parisi ha ipotizzato possa avvenire entro la fine di agosto, come auspicato dall'Onu gli ultimi sviluppi sul contingente internazionale di Unifil, con particolare riferimento ai Paesi partecipanti e al loro contributo in termini di uomini e mezzi, avrebbero indotto la Difesa a mettere a punto una forza dalle caratteristiche analoghe a quella ipotizzata finora, ma più contenuta.

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