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Raffaello Vignali, presidente della Cdo «Pacs, eutanasia, aborto sono un pericolo»

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Considerare i fatti separati dalle ideologie. Non limitarsi ad accettare ma promuovere il dialogo fra «diversi». Anche se alle ultime elezioni ha apertamente appoggiato la Casa delle libertà, il «popolo di cielle» si tiene accortamente a distanza da logiche strettamente politiche. Questo, però, non significa non fare «politica» in senso più ampio, cioè influire sulla società e sul comportamento degli uomini che la compongono. E il tema apparentemente «astratto» del meeting 2006 non deve ingannare. Il messaggio del fondatore di Comunione e liberazione, don Luigi Giussani o «don Gius», come lo chiamavano i «ciellini», è più che mai attuale. Come spiega Raffaello Vignali, 43 anni, presidente della Compagnia delle Opere (un po' il «braccio economico» di Cl), «il messaggio di don Giussani era che il cristianesimo non è una teoria e non è un'etica ma è un avvenimento presente che cambia la realtà». E proprio in un'ottica lontana da qualsiasi pregiudizio e stereotipo, Vignali ha apprezzato alcune iniziative del governo Prodi, come l'indulto. Mentre vede come un «pericolo» gli atteggiamenti della sinistra radicale sui temi della famiglia, dell'eutanasia, delle staminali e dell'aborto. Come è cambiato il meeting in questi ventisei anni? «È cresciuto come dimensione e come partecipazione ma lo spirito è rimasto lo stesso, quello di un luogo in cui un'esperienza ben precisa ne incontra altre diverse, uno spazio in cui si può dialogare, conoscersi e riconoscersi». A proposito di dialogo, che ne pensa dell'opinione di Antonio Socci secondo cui il ministro Bersani non avrebbe dovuto essere chiamato a parlare del vostro fondatore? «Don Giussani non parlava ai chierici ma a tutti. E in particolare agli uomini impegnati con la realtà. È più interessante che a parlare di don Giussani venga un uomo impegnato in economia piuttosto che dei teologi». Il tema di quest'anno si rifà ad una frase di don Giussani: «La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti». È ancora attuale il messaggio di «don Gius»? «Certo. L'uomo di don Giussani è un uomo impegnato con la realtà, nella ricerca del suo significato anche più misterioso. La ragione è una finestra spalancata sulla realtà, non uno schema in cui incasellarla. Ma oggi la ragione ha due nemici. Lo scientismo, per cui vale solo ciò che la ragione può misurare, e il nichilismo, che le toglie significato e sostiene che non ci sia nulla per cui valga la pena vivere». Come si inserisce questo discorso nell'attualità? «Le faccio due esempi recenti e molto attuali. I fatti di Brescia e il Libano. Siamo di fronte alla negazione della dignità dell'uomo: si può uccidere in nome di un'ideologia, e la religione è vista come pretesto ideologico e di dominio che diventa violenza». E per quanto riguarda i comportamenti dei governi e dello Stato? «Il rapporto fra lo Stato e la società deve, secondo me, essere basato sulla sussidiarietà». Che significa per lei sussidiarietà? «Significa che la persona viene prima della società e che la società viene prima dello Stato. E ancora, che lo Stato e la politica si fidano delle persone e sono al servizio delle persone. Altrimenti diventano un potere prepotente sulla società». Un atteggiamento positivo, insomma. A proposito di economia, saranno numerosi i rappresentanti delle piccole imprese presenti al meeting quest'anno... «Sì, infatti. E tra loro, sempre per fare un esempio, c'è Mario Preve, che vende il riso Gallo ai cinesi. Un po' come vendere frigoriferi agli eschimesi. Il suo successo ci dice che l'uomo può affrontare la realtà solo se parte dal positivo. Preve non ha chiesto dazi, ha solo cercato di capire come far piacere il riso italiano ai cinesi. E c'è riuscito». Cos'è la politica per un cattolico? «Per un cattolico è importante che la politica sia rispettosa della vita, della famiglia, della libertà di educazione, quindi torniamo alla sussidiarietà. Come ha detto Paolo VI, la politica deve essere una forma esigente di carità». Che cosa

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