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di GIANNI DI CAPUA QUESTIONE israeliana, Prodi va a chiedere consiglio al leader dell'opposizione Berlusconi.

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Senza alcuna distinzione di corrente politica. Una questione che produrrà in via eccezionale, come ha tenuto a precisare il presidente del Consiglio, un decreto legge: «Fare in fretta verso il sì», ha commentato il premier Romano Prodi. Perciò, è accaduto che l'attuale presidente del Consiglio si è recato dall'ex premier Berlusconi per chiedere il via libera alla missione italiana in Medio Oriente: «L'altra notte dopo la riunione a Palazzo Chigi ho chiamato - ha spiegato Prodi - Silvio Berlusconi e Pierferdinando Casini. Ho riferito loro del vertice, come mi sembra doveroso è anche un atto utile per tutto il paese». Ai giornalisti che gli chiedevano se da parte del leader della Casa delle Libertà Silvio Berlusconi ci fossero state riserve sulla missione seppur minime, il presidente del Consiglio ha risposto con un secco «no, no». A ribadire un contatto tra il neopremier e l'ex è stato lo stesso presidente del Consiglio Romano Prodi con una secca e decisa affermazione: «Sento regolarmente Berlusconi», ha commentato in diretta su Baobab. «Certo - sottolinea Prodi - il governo si deve assumere la propria responsabilità ma proprio perché tutto il Paese è impegnato ho il dovere, per lealtà, di informare l'opposizione di ogni aspetto della questione perché in Libano non va soltanto una parte dell'Italia». C'è dunque un pieno via libera? Hanno chiesto ancora i giornalisti: «Mi ha dato - ha risposto il premier Prodi - dei consigli che ho apprezzato sulle dimensioni della forza, sulle caratteristiche. È stata una conversazione positiva». Il confronto in atto fra il presidente Prodi e il leader dell'opposizione Silvio Berlusconi è positivo e dimostra che - in questi frangenti - l'Italia ha bisogno di una guida condivisa soprattutto in politica estera e nelle scelte che, presto, dovranno essere assunte per la prossima manovra economica d'autunno»: ha commentato Francesco Giro di Forza Italia parlando delle discussioni avvenute tra il premier e l'opposizione, in merito alla missione in Libano. Prodi e Berlusconi - ha concluso Giro - esprimono oggi due leadership nazionali equivalenti alle quali occorre far riferimento». «Giudico positivamente il rapporto alla luce del sole fra Prodi e Berlusconi. A riprova della responsabilità del nostro leader per l'interesse nazionale, ma chiedo a Prodi di isolare i falchi e quelli che ancora giudicano Fidel Castro un grande leader», ha dichiarato Maria Burani Procaccini di Forza Italia, membro della Commissione Esteri del Senato: «Mi pare che si consolidi la strada del bipolarismo - prosegue Burani - e che ci si ritrovi in vicende che riguardano tutti. Si tratta perciò di un passo in avanti. Voteremo sì alla missione ma chiediamo al presidente Prodi di isolare i falchi, quelli che ancora inneggiano a Castro e che presentano un pacifismo ipocrita e mieloso. Burani ricorda come nel Governo ci siano personaggi come Ricky Levi che «hanno nel dna il senso del rispetto e del confronto e poi falchetti e falchi azzoppati che, invece, giocano a fare gli Iago... Questi vanno isolati», ha concluso l'esponente azzurra. «Berlusconi riequilibra in senso occidentale una posizione italiana che altrimenti apparirebbe preoccupata solo di compiacere il mondo islamico. Perché il desiderio del ministro degli esteri D'Alema di infliggere lezioni a Israele non aiuta e fa dubitare che il governo abbia la sufficiente consapevolezza delle origini della crisi in medioriente - ha dichiarato ancora Francesco Nucara, segretario del Pri - Mentre Israele si ritira le nostre truppe dovranno prepararsi al disarmo di Hezbollah e per questo compito bisognerà prevedere l'uso della forza ma non crediamo che la sola maggioranza di governo in queste condizioni sia in grado di autorizzarla. Si comprende che il presidente Prodi abbia ringraziato, dopo aver ascoltato, Berlusconi», conclude il segretario Pri. «Con la sua telefonata a Ber

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