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«Adesso Prodi ci deve convincere»

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Adesso il governo ci deve convincere e ci deve dare garanzie precise sul senso e sulla portata della nostra missione», rincara la dose il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. «Qui non è solo una questione di costi - aggiunge il coordinatore delle segreterie della Lega Nord - questione che pure è molto rilevante per il nostro Paese che non attraversa una fase economica felice. Qui il problema è di non mandare soldati allo sbaraglio e nel contempo di non fare la figura dei gioppini come accadde per la Somalia. Noi - conclude Calderoli - possiamo dire di sì, visto che la missione è sotto l'egida Onu. Ma l'Onu deve mostrare quel prestigio che finora latita. E il governo Prodi deve chiarire a noi e al popolo tutti i dettagli e gli obiettivi dell'impiego dei nostri ragazzi in Libano». L'ex ministro Roberto Maroni ha puntualizzato: «Siamo favorevoli ad un intervento in Libano sotto l'egida Onu ma vogliamo capire qual è la posizione del governo italiano: venerdì ascolteremo D'Alema e Parisi e poi decideremo il da farsi». Per la Lega, spiega Maroni, «si tratta di capire quali siano i limiti che verranno fissati dall'Onu e se la posizione dell'Italia rientra in questi limiti: su questo non c'è stata nessuna consultazione della Cdl». E a proposito della posizione che assumerà la coalizione di centrodestra e del contatto stabilitosi tra il premier e Berlusconi, Maroni sottolinea: «La Lega non è una succursale di altri partiti e se Prodi è interessato a sapere qual è la posizione della Lega farebbe bene a chiamare direttamente. Non so se Prodi ha chiamato Bossi, Bossi ieri ha detto di no - conclude l'ex ministro leghista - in ogni caso sulla questione non c'è alcun vincolo di coalizione».«L'italia non può presentarsi in quelle terre con le posizioni ambigue del nostro Governo». Lo afferma Maurizio Gasparri dell'esecutivo di An che invoca «chiarezza» da parte del governo sulla missione in Libano. «Alla vigilia di un rischioso e impegnativo intervento militare italiano in Medio Oriente è bene - sotolinea Gasparri - che prevalga la chiarezza. Quella proposta dall'Onu non può essere considerata una sorta di gita per vigili urbani, ma una operazione militare che deve garantire il rispetto di tutte le precedenti decisioni dell'Onu. Ad esse Israele si è uniformato, ritirandosi dal sud del Libano, dai territori occupati e addirittura rimuovendo in maniera forzata molti insediamenti di coloni israeliani. Chi ha violato le decisioni dell'Onu sono stati i terroristi islamici dell'Hezbollah e anche di Hamas, spalleggiati da veri e propri stati canaglia come l'Iran e la Siria. Si deve andare in Medio Oriente - prosegue Gasparri - con una promessa molto chiara: i fondamentalisti islamici sono gli aggressori, Israele è la nazione aggredita. I vertici iraniani annunciano addirittura la distruzione di Israele ed armano Nasrallah». «Ritengo doveroso che l'Italia concorra a garantire l'attuazione della risoluzione dell'Onu concernente il conflitto in Libano», afferma il capogruppo dell'Udc al Senato Francesco D'Onofrio. «È peraltro decisivo, per l'Udc come ritengo per il Governo, evitare di mandare le truppe italiane allo sbaraglio nel caso fossero prive di adeguate regole d'ingaggio, data - spiega il senatore - la situazione particolarmente delicata in cui si troverebbero ad operare. A tal fine - conclude D'Onofrio - ho convocato il gruppo Udc del Senato per venerdì mattina, prima del voto delle commissioni Esteri e Difesa».

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