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«Non era il momento per quel provvedimento»

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Rosa Russo Iervolino: a Napoli questa misura si inserisce in una realtà delicata

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Rosa Russo Iervolino (Margherita, ovvero un partito che ha votato a favore dell'atto di clemenza) è il sindaco di Napoli. Sindaco di frontiera, di una città con mille problemi. Forse anche accresciuti da quando è divenuta primo cittadino cinque anni fa (rieletta con gran successo, oltre il 60% dei consensi). Ma Iervolino è anche un ex ministro dell'Interno, dunque sa che cosa significa gestire un'emergenza del genere. È sul territorio, ma sa anche che cosa vuol dire a Roma. Forse proprio per questo farla parlare sembra un'impresa. Sindaco, che effetti ha avuto l'indulto dopo quasi due settimane dalla sua entrata in vigore? «No, guardi, non ho nessuna intenzione di polemizzare con nessuno. Ho fin troppi problemi a cui badare». D'accordo, ma in queste due settimane che cosa è successo nella sua città? «Che cosa è successo? Mamma mia, di tutto. Un turista americano che viene scippato, rincorre i rapinatori e viene aggredito dai passanti che così riescono a far scappare i ladri. Una ragazza incinta malmenata per un altro scippo. Un'altra donna straniera aggredita visto che dei ragazzi le volevano portare via la borsetta... Insomma, non mi pare che stiamo tranquilli». Ma che cosa c'entra l'indulto? «Con questi episodi, nulla. Ma in questa condizione gli agenti della Questura sono riusciti a riprendere uno appena liberato dall'indulto. Ecco, voglio dire questo: l'impatto è stato non indifferente. Una situazione straordinaria, come quella susseguente al provedimento del Parlamento, si è inserito su una situazione d'emergenza». E secondo lei non era necessario l'indulto? «No, chi le parla è favorevole. Favorevole a quel provvedimento. Mi limito a dire che l'indulto è una decisione delicata e per una città come la nostra lo è ancora di più». Napoli è la città più colpita? «No, numericamente è Milano. Quando è entrata in vigore la nuova legge, Mastella ha avuto una grande sensibilità nei nostri confronti». In che senso? «Nel senso che il ministro della Giustizia ha disposto che ogni sottosegretario si recasse nelle principali città per spiegare il provvedimento. Noi abbiamo avuto... Come si chiama?...» Luigi Scotti, era il presidente del Tribunale di Roma. «Esatto, lui. Un gran magistrato, tra l'altro napoletano, di grande valore. Qui da noi è stato anche presidente del Tribunale dei minorenni. Scotti è stato molto bravo, ci ha aiutato e ci ha spiegato i termini della legge. In quella sede abbiamo avuto anche le cifre degli effetti dell'indulto sulle città E ricordo che Napoli era subito dopo Milano. Però, ripeto, si tratta di un provvedimento molto particolare, che si è inserito in una realtà delicata». Poi si è verificato anche il caso della scarcerazione di militanti salafiti, sospetti terroristi islamici... «Sì, ma non intendo polemizzare sul provvedimento. Mi limito a dire che poteva essere fatto in un altro modo. Forse in un altro tempo. Sono un umile sindaco che lavora in silenzio. E certo non sarà io a fare polemiche con il Parlamento. Mi faccio gli affari miei». D'accordo, ma lei è stata che per lunghi anni parlamentare e anche ministro dell'Interno. C'era qualcosa che poteva fare il governo e non è stato fatto? «No, guardi, lei mi vuol far fare un'intervista contro Mastella. Non intendo fare dichiarazioni di quel tipo». Clic, telefonata chiusa. Nuova chiamata, risponde di nuovo la Iervolino. No, per carità sindaco, vogliamo solo raccogliere una testimonianza dal territorio. «E va bene, se la vada a cercare da un'altra parte. Non mi scocci l'anima, abbiamo già troppi problemi noi». F. D. O.

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