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di ALBERTO DI MAJO SENATORE Willer Bordon, cosa sta succedendo nella Margherita? È vero che gli ex popolari ...

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E questo non è sorprendente perché Rutelli, Marini e Franceschini, che erano la vecchia maggioranza contrapposta ai prodiani, hanno preso con decisione la via del partito democratico. Non si può pensare che la cena di un ministro (Fioroni, ndr) con gli ex popolari possa cambiare le cose». Va bene, però in questi giorni si è parlato di una sorta di assalto al leader e del riaccendersi, soprattutto a Roma, delle polemiche tra correnti. Per non parlare del rapporto con i Ds... «Chi vede un assalto a Rutelli sbaglia. Non ho mai fatto sconti a Francesco e ora non ho motivi per non essere sincero. Ha avuto il coraggio di rivedere le sue posizioni e rilanciarsi alla testa del processo per costituire il partito democratico». Quindi la Margherita guiderà il cammino verso la Casa dei riformisti? «Se dicessi che la Margherita ha la capacità di guidare questo processo commetterei lo stesso errore che compiono talvolta i Ds pensando a un'egemonia. Dico soltanto che i Dl sono schierati in modo unitario sulla prospettiva del nuovo partito anche di fronte alle resistenze di una parte dei Ds. Noi, tra l'altro, abbiamo già lasciato una volta le nostre Case: questo è un vantaggio rispetto ai Ds». E Che cosa ne pensa del confronto a distanza tra Rutelli e Veltroni? Ci sono tanti «segnali» che disegnano una competizione tra i due leader... «Si tratta esattamente di questo: una competizione naturale. Conosco bene entrambi e troverei ridicolo che ci fosse qualcosa di più». Sì però c'è stato il caso Bettini, a cui non hanno assegnato il ministero ai Beni culturali, ci sono state le nomine agli enti del cinema, alcune esclusioni dalle candidature. Tutto fa pensare a un contrasto tra l'ex sindaco e l'attuale sindaco. Solo fantapolitica? «Posso dire della vicenda Bettini perché la conosco. Rutelli ci disse di essere orientato su un ministero importante che però gli permettesse di mantenere un ruolo politico. Solo questo. Purtroppo, certo, è andato a incrociare le aspettative di una personalità rilevante come Bettini».

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