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Il vicecoordinatore di Forza Italia respinge l'ipotesi di larghe intese con la maggioranza

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Ieri, al momento di lasciare Palazzo Grazioli in partenza per la Sardegna, ha lanciato una battuta sarcastica all'indirizzo del suo alleato Casini. Il leader del'Udc parla della necessità di aprire «una nuova fase»? L'ex premier risponde ridendo: «È agosto. Alleato mio non ti conosco...» Il Cavaliere lascia ai vertici del suo partito l'onere di marcare la strategia politica di Forza Italia sul tema spinoso del dialogo con il centrosinistra. Così Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore del partito di via dell'Umiltà, è chiaro: «Ma quali larghe intese, patti o inciuci sottobanco. Non se ne parla proprio. Faremo un'opposizione senza sconti altrimenti chi glielo va a spiegare ai nostri elettori che andiamo a braccetto con Visco?». Poi rivolto a Casini. «Tutto questo parlare di una fase nuova mi sembra prematuro. Se e quando la maggioranza dovesse entrare in crisi allora si potrà discutere se andare al voto o dar vita a un governo tecnico o di grande coalizione». Il che vuol dire che Forza Italia non è disponibile a un accordo sulla Finanziaria? «La mia sensazione è che in estate ci si deve inventare qualcosa. Fini ha detto una cosa che condivido cioè che se la maggioranza non mette il voto di fiducia sulla Finanziaria, l'opposizione presenterà emendamenti qualificanti». È un impegno a non fare dell'ostruzionismo? «Se l'opposizione si trova sempre di fronte la questione della fiducia non può non rispondere con l'ostruzionismo per ristabilire un confronto fisiologico in Parlamento». Va bene, lei è d'accordo con Fini sulla possibilità di presentare emendamenti qualificanti. Ma questo significa aprire un dialogo con la maggioranza, o no? «Niente affatto. Per il dialogo non esistono nemmeno i presupposti. Abbiamo di fronte una maggioranza che dopo aver vinto con uno scarto di 24.000 voti ha iniziato un'occupazione sistematica delle più alte cariche dello Stato, dalla presidenza della Repubblica a quella dei due rami del Parlamento e ora si accinge a fare della lottizzazione selvaggia. Basta guardare al caso di Cinecittà, a quello ancora più grave all'Istituto Regina Elena di Roma e a quanto si vuole fare in Rai. Con questa situazione non ci sono i presupposti minimi del dialogo ma tutte le condizioni di un duro confronto politico. Poi è giusto dire che questo confronto politico non deve basarsi sull'ostruzionismo sistemico in Parlamento. Casini sa bene che in una situazione nella quale viene messo il voto di fiducia, l'unico strumento che ha l'opposizione è presentazione gli ordini del giorno e discuterli». Vuol dire che se il centrodestra ricorrerà all'ostruzionismo sarà solo perchè la maggioranza se l'è cercato? «È stata una risposta all'atteggiamento del governo. Come pure l'unica risposta all'arroccamento della maggioranza è quella di fare un'opposizione senza sconti. Ciò che di sicuro la Cdl non può fare è proporre dialoghi a vanvera con il rischio di deludere il nostro elettorato o anche coloro che dopo aver votato a sinistra se ne stanno pentendo. I nostri elettori ci chiedono una opposizione dura, per quale ragione dovremmo deluderli?» Quindi Forza Italia punta a mettere in crisi prima possibile il governo Prodi? «La scelta di FI è di mettere nell'angolo il governo e poi quando la maggioranza si sarà sgranata si potrà discutere se andare a elezioni anticipate o a un governo tecnico o di grande coalizione. Ma un discorso di questo genere è del tutto prematuro, non ci sono le premesse. Ripeto: è inutile parlare di nuova fase e di dialoghi se la maggioranza è chiusa sulle sue posizioni». Ma lei è così sicuro che questa maggioranza non arriverà a mangiare il panettone? «Indipendentemente dal gioco dell'opposizione, il centrosinistra ha delle contraddizioni molto rilevanti al suo interno. I Ds sono un partito post comunista e questo si sente e non socialdemocratico e riformista come quell

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