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Oggi al vaglio del Consiglio dei ministri il testo sulle intercettazioni. L'ex pm chiede modifiche

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Antonio Di Pietro e Clemente Mastella, i «grandi nemici» di queste ultime settimane, si affronteranno ancora una volta stamattina in un Consiglio dei ministri che si preannuncia particolarmente «caldo». Dopo lo scontro senza esclusione di colpi sull'indulto, si passa alle intercettazioni. Il «testo Mastella», che arriva stamattina al vaglio dell'esecutivo, non è blindato e, anzi, può essere modificato in un paio di punti che, a livello tecnico sono già stati individuati. Il problema semmai (e qui si innesta lo scontro tra il Guardasigilli e il ministro della Infrastrutture) è verificare se esiste un accordo politico su queste modifiche. Mastella, dicono fonti vicine a Palazzo Chigi, mostra uno «spirito collaborativo» e sarebbe disponibile a discutere eventuali modifiche. Anche se, dopo le tensioni delle ultime settimane, è molto probabile che decida di «vendere cara la pelle». Dal canto suo Di Pietro non sembra disposto a fare passi indietro. «L'Italia dei Valori - ha detto ieri conversando con i giornalisti - chiede un ddl organico, che non limiti in alcun modo gli strumenti investigativi, ma che al tempo stesso tuteli la privacy degli interessati. Io credo che queste due esigenze non siano in antitesi: la sintesi si può e si deve trovare». E alla domanda se gli attriti con Mastella siano definitivamente dissipati, il leader dell'Idv ha risposto: «Al ddl stanno lavorando i nostri uffici, che si tengono in contatto. I dissapori? Credo che a volte l'informazione estiva più che alla luna, guardi al dito. Insisto nel dire che bisogna lavorare nel rispetto del buon programma dell'Unione, impegnandoci tutti nell'interesse dei nostri elettori». Meno fiduciosi, invece, diversi esponenti della maggioranza. «Non credo proprio che verrà licenziato» dice il vicecapogruppo dell'Ulivo alla Camera Gianclaudio Bressa (Margherita). «Il provvedimento annunciato - aggiunge - non ci trova entusiasti e comunque mi risulta che nel governo ci siano opinioni diverse». Sulla stessa lunghezza d'onda la sua omologa Marina Sereni (Ds): «Se il Consiglio dei ministri trova una sintesi, cosa che mi sembra difficile, licenzi pure il provvedimento. Altrimenti lasci perdere». Ma l'esponente della Quercia aggiunge che, in ogni caso, sarebbe normale e fisiologico un intervento futuro del Parlamento per modifiche e miglioramenti. Una proposta, condivisa da larga parte della maggioranza al punto che il senatore Ds Cesare Salvi lancia una proposta: «Ho un suggerimento al governo: perché non lasciamo lavorare il Parlamento sul fenomeno delle intercettazioni telefoniche?» Insomma, le numerose posizioni in campo sembrano accreditare la versione secondo cui difficilmente, stamattina, il Cdm darà il via libera al provvedimento. Sono in molti a pensare che tutto verrà rinviato a settembre. Così come è già accaduto in Commissione Giustizia a Montecitorio dove ieri il progetto di legge sulla materia non è stato incardinato. L'ipotesi di un rinvio non preoccupa il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio (uno dei ministri che aveva sollevato obiezioni alla prima versione del «ddl Mastella»). «Se le linee indicate sono quelle dello scorso Consiglio dei ministri - ha detto ieri - non dovrebbero esserci problemi, anche se ai fini dell'iter parlamentare è la stessa cosa». Chi non pensa che si tratti della stessa cosa è invece l'Udeur di Mastella che, con i capigruppo di Camera e Senato Mauro Fabris e Tommaso Barbato ha già fissato le proprie condizioni. «Siamo pronti a presentare, autonomamente, come gruppi parlamentari, il disegno di legge sulle intercettazioni qualora il Consiglio dei Ministri dovesse decidere un nuovo rinvio» hanno annunciato, sottolineando che «ovviamente, in questo caso, si aprirebbe una questione politica». «Crediamo infatti - hanno aggiunto - che una normativa non sia ulteriormente procrastinabile e pertanto chiederemo che al provvedimento, per il quale cercheremo in Parlamento il più ampio consenso, venga assegnata in settembre precedenza assoluta».

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