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Margherita e Udeur in pressing provano a convincere Di Pietro

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Il ministro delle Infrastrutture, che nei giorni scorsi aveva minacciato le dimissioni se la maggioranza voterà il testo, non sembra intenzionato a fare marcia indietro. Così, ieri, sono scesi in campo Mauro Fabris (Udeur) e Franco Monaco (Dl). «Sull'indulto, dopo tanto discutere, occorrono grande chiarezza e tempi parlamentari rapidi - ha detto il capogruppo dei Popolari Udeur alla Camera - tutti sappiamo che il provvedimento di clemenza richiede un consenso molto ampio e tutti sappiamo che l'Unione non ha i numeri per farlo approvare da sola. Così come tutti sappiamo che alcuni partiti della Cdl subordinano il loro voto favorevole ad alcune condizioni». «Se le accettiamo - conclude il deputato -, il provvedimento con ogni probabilità passa. Se diciamo no, dobbiamo avere la consapevolezza di aver affossato l'atto di clemenza, con tutto quello che ne potrà conseguire. Ai nostri alleati, alla vigilia del voto parlamentare, chiediamo solo chiarezza e non ipocriti distinguo». Più «morbido» Monaco che si rivolge a Di Pietro: «Condivido le sue preoccupazioni. Meglio sarebbe escludere, come ha sempre sostenuto l'Ulivo in passato, i reati finanziari e contro la pubblica amministrazione dai benefici dell'indulto. Anche perché essi nulla hanno a che vedere con il sovraffollamento delle carceri, che è la vera motivazione all'origine dell'indulto e dello stesso appello del Papa».

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