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Il congresso di «Punto Italia»

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La «svolta» di Fini divide già la CdlA Roma primo confronto tra alleati sulle tesi del leader di An. Botta e risposta Vietti-Vito

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Alcuni dei temi sollevati da Gianfranco Fini nel documento presentato all'esecutivo di An sono diventati ieri materia di un confronto-lampo fra alleati all'hotel Nazionale di Roma. L'occasione è stato un convegno organizzato dalla fondazione «Punto Italia», con Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri, Andrea Ronchi e altri dirigenti del partito, a cui hanno partecipato anche esponenti azzurri come Elio Vito, Giuseppe Gargani, Ferdinando Adornato, Angelo Sanza e il portavoce dell'Udc, Michele Vietti. Unanimi gli apprezzamenti per il contributo del presidente di An, che, come ha detto La Russa «ha gettato un sasso nello stagno per far fare alla politica un passo in avanti, dopo la stanca post-elettorale». Anche il capogruppo di Fi Elio Vito ha applaudito al «contributo di Fini che è importante per tutto il centrodestra» ma subito ha aggiunto che ogni riflessione deve partire da un presupposto: «Non bisogna ragionare come degli sconfitti. Al Senato siamo maggioranza, alla Camera si è visto quanto la sinistra sia divisa». Vito ha rimarcato l'importanza dell'unità del centrodestra: «Il nostro elettorato percepisce il valore del centrodestra come comune e non patrimonio di Fini, Casini o Berlusconi». Ha citato come modello organizzativo per il nuovo soggetto quella Forza Italia «che nacque prima come movimento degli eletti, poi formò il partito vero e proprio», ma ha messo in guardia sulle tentazioni egemoniche non rinunciando a criticare lo schema delle tre punte: «Lippi ha usato una punta sola e ha vinto il Mondiale, mentre noi siamo venuti meno in difesa, persi come eravamo a discutere di "discontinuità"». Parole che hanno subito scatenato la reazione del portavoce dell'Udc, Michele Vietti. «Lo scenario politico del dopo elezioni - ha detto Vietti - è in movimento. E l'ispirazione a entrare nel Ppe, non si può tradurre automaticamente in un partito unitario del centrodestra. Non si può però ragionare sulla base dello schema del 2001-2006, con la vecchia Cdl. Capisco il tentativo consolatorio di Vito, ma di fatto siamo all'opposizione». Per Vietti lo scenario è quello di «una maggioranza che ha vinto ma che in soli due mesi si manifesta con sempre più "sinistra" e sempre meno "centro". Il tema è l'occupazione di quel centro lasciato scoperto da una maggioranza che ha preso voti moderati e ora paga prezzi sempre più alti alla sinistra estrema». «Ragioniamo - ha detto Vietti - su un'articolazione del centrodestra in cui ci si divida i compiti e si vada alla conquista di questo elettorato deluso». E, mentre un altro ex Dc come Gargani (Fi) spinge perché si faccia presto, Ferdinando Adornato fissa già l'obiettivo: costituzione entro settembre dell'interguppo dei parlamentari del centrodestra.

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