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di FRANCO BOVAIO IL CONSIGLIO dei Ministri convocato per stamattina alle 10 sarà ...

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A quanto si apprende, la delega che il Csm licenzierà domani si snoda su due principi fondamentali. Il primo è il ritorno alla contrattazione collettiva dei diritti Tv per il calcio, non più affidata ai singoli club ma gestita dalla Lega Calcio. Il secondo riguarda il divieto d'acquisto di cosiddetti diritti multipiattaforma, cioè anche per piattaforme che gli editori non possiedono ma che comprano comunque per rivenderli alle proprie condizioni. Un punto, questo, in cui la legge delega recepirà quanto deliberato in materia dall'Autorità Antitrust.Il provvedimento legislativo sarà presentato dal Ministro delle Politiche giovanili e attività sportive Giovanna Melandri e da quello delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Proprio quest'ultimo, alla domanda se si tornerà alla vendita collettiva dei diritti televisivi del calcio, ha risposto: «Penso di sì, ma ci vogliono ancora delle messe a punto che potrebbero comportare dei rinvii». Parole alle quali fanno eco quelle del Ministro Meandri: «Questa può essere ritenuta la prima iniziativa concreta per contribuire a quella riforma del sistema calcio italiano che è stata invocata da più parti e che fu una richiesta unanime della commissione d'indagine della scorsa legislatura. Il Governo intende promuovere il ritorno a una forma di negoziazione collettiva poiché è cambiato l'orientamento dell' antitrust europeo ma anche di quello italiano e noi abbiamo tenuto conto anche delle conseguenze della precedente disciplina.». Ai due ministri dovrebbe affiancarsi un tavolo di concertazione, cui saranno invitati la Lega e gli editori interessati ai diritti radiotelevisivi. Il testo definitivo dovrebbe poi approdare in commissione Cultura alla Camera non prima di settembre, a meno che non sia il governo stesso a chiederne l'urgenza. Nel complesso, la durata della delega al governo dovrebbe essere di sei mesi, in modo da rendere operative le nuove norme a partire dal 2007-2008. Per i campionati di serie A e B nella stagione 2006-2007 (la prossima) resterà praticamente tutto invariato.La contrattazione collettiva dovrebbe garantire ad ogni società un introito base analogo e delle variazioni magari legate alla classifica del campionato precedente, come già avviene in Inghilterra. Qui, però, sorgerebbe un problema, soprattutto per la serie B. Se le sentenze della Caf venissero confermate, infatti, questa vedrebbe ai nastri di partenza società che hanno già in essere contratti importanti con Sky per il satellitare (Juventus, Napoli, Genoa) e Mediaset per il digitale terrestre (ancora Juventus e Lazio). Con la contrattazione collettiva questi accordi che fine farebbero? Di certo i diritti della B sarebbero stra-contesi, tanto che il patron di Sportitalia, Tarak Ben Ammar (che l'anno scorso ha acquistato l'esclusiva per gli anticipi, posticipi, playoff e playout della cadetteria) nei giorni scorsi si è affrettato a dichiarare: «Mi spiace per la Juve, ma la sfortuna di altri fa la fortuna di Sportitalia». La Rai, dal canto suo, rivendica tutta la serie B, comprese le dirette l'anno scorso finite su Sportitalia, mentre alla nuova cadetteria rinforzata dalle retrocesse (Juve, Lazio e Fiorentina) e dalle nobili risalite (Genoa e Napoli) comincerebbero a guardare con molto interesse anche Sky e i patron del digitale terrestre. Allo studio c'è una sorta di regime transitorio, che aiuti a ricontrattare questi accordi alla luce della retrocessione di alcuni club, con conseguente «svalutazione» dei loro diritti tv. L'intenzione è quella di salvaguardare gli accordi già stipulati, indirizzando però tutte le società a convergere al più presto verso la contrattazione collettiva. La B comincia a far gola e i tempi dei gol trasmessi tutti in due minuti di servizio a notte fonda sembrano sempre più lontani.

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