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Quando Fausto disse: «L'Onu è sotto ricatto Usa»

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I soliti ben informati dicono che ieri, durante il loro faccia a faccia, il presidente della Camera Fausto Bertinotti avrebbe manifestato al segretario generale Annan «l'interesse dell'Italia nei confronti dell'istituzione Onu». Insomma, una lunga ode al ruolo fondamentale delle Nazioni Unite in un momento storico nel quale il mondo è attraversato da guerre e terrorismo. Non solo. Bertinotti avrebbe anche ringraziato Annan per il suo discorso sul dramma dei rifugiati e infine avrebbe assicurato l'appoggio del Parlamento italiano a sostegno delle democrazie emergenti, specie quelle africane. Niente di strano visto che un perfetto padrone di casa difficilmente prende a pesci in faccia un ospite. Una cosa è certa, ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, fedele al suo ruolo di segretario di Rifondazione Comunista, Bertinotti dichiarava a Repubblica: «L'appello di Annan è carico di ambiguità. Non riesce a dire una cosa che ripristini l'autonomia delle Nazioni Unite». Era il 14 febbraio dello scorso anno e il segretario generale delle Nazioni Unite aveva appena chiesto a tutti i Paesi (anche a quelli che si erano opposti alla guerra) di aiutare la transizione dell'Iraq verso la democrazia. E Bertinotti non solo rispose picche, ma si lanciò anche in un attacco diretto nei confronti dell'Onu. «La verità - disse - è che il Palazzo di Vetro è sotto schiaffo del governo americano». E ancora: «L'Onu è dimezzata, servirebbe una grande iniziativa diplomatica europea a favorea di una nuova delibera delle Nazioni Unite che ponga fine all'occupazione». Oggi tutto è cambiato. Bertinotti è diventato la terza carica dello Stato e Annan, l'uomo che sotto ricatto Usa scriveva lettere alla comunità internazionale, è alla guida di un'istituzione fondamentatale per il momento storico che stiamo vedendo. Al punto di potersiu trattenere nelle stanza di Montecitorio in cui è stato ricevuto per telefonare al segretario di Stato Usa Condoleeza Rice.

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