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Il Cav annuncia il sì del centrodestra all'Afghanistan

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Alla vigilia del voto sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, dopo la fuga in avanti dell'Udc a cui erano seguiti i mugugni dei vertici di Forza Italia e l'accusa di voler spappolare la Cdl, Berlusconi se ne esce con una mossa a sorpresa. Parlando, sottolinea, a nome di tutta la Casa delle Libertà, il Cav annuncia che il centrodestra «è pronto a dare il sì totale e incondizionato al rifinanziamento della missione in Afghanistan», oltre a presentare una mozione unitaria. Questa decisione è maturata, spiega, a seguito della «manifesta impossibilità di governare da parte della sinistra e alla luce del vergognoso balletto e dell'indecoroso rimpallo di responsabilità tra le varie fazioni della maggioranza che hanno superato i livelli di allarme nelle ultime due settimane». Berlusconi ribadisce che «la sinistra non è in grado di assicurare un voto parlamentare che garantisca la continuità degli impegni di pace dell'Italia». E questo perchè «come era facile prevedere, sta prevalendo il ricatto irresponsabile della sinistra radicale». Con questa decisione Berlusconi si assicura tre risultati strategici. Uno sul fronte internazionale: dimostra che la Cdl sotto la sua guida è l'unica coalizione in grado di mantener fede agli impegni presi sulla politica estera mentre la maggioranza del centrosinistra è in balia dei ricatti dele forze estreme. Nella dichiarazione sulla posizione per l'Afghanistan Berlusconi non dimentica infatti di sottolineare che «l'interesse e il prestigio dell'Italia, il consolidamento della democrazia e della pace nel mondo sono per la Casa delle Libertà valori di riferimento irrinunciabili. E vengono prima di ogni tattica politica e di ogni interesse di parte». Inoltre è una questione di «coerenza. Non permetteremo certo che i nostri soldati in Afghanistan vengano abbandonati a se stessi nè si determinino le condizioni per un altro vergognoso disimpegno come quello annunciato per l'Iraq». Secondo risultato è sul piano dei rapporti con l'Unione. La dichiarazione di Berlusconi, fanno notare all'interno di Forza Italia, arriva a ridosso dele parole del ministro degli esteri e presidente Ds Massimo D'Alema sulla possibilità di farsi da parte qualora dovesse prevalere una linea di politica estera diversa. Insomma lo scenario è cambiato rispetto a qualche giorno fa e come i più attenti osservatori fanno notare, il soccorso di Berlusconi alla maggioranza ha il significato di un asse tra lui e D'Alema che si confermano gli unici veri leader dei due schieramenti. Terzo risultato è sul piano degli equilibri all'interno della Cdl. Berlusconi parlando a nome di tutta la Casa delle Libertà ribadisce che la sua leadership è incondizionata a dispetto delle fughe in avanti dell'Udc e di chi tra i centristi medita un disimpegno dal rapporto troppo stretto con Forza Italia. A cena lunedì con Bossi, Berlusconi aveva espresso le sue preoccupazioni sull'atteggiamento dell'Udc, sulle loro alchimine al centro mentre è urgente rilanciare lo spirito della coalizione e fare un'opposizione unita e efficace. E la spina nel fianco non è Alleanza Nazionale, ha detto a Bossi, ma proprio il partito dei centristi che pensa oltre la Cdl e a mettere in crisi la sua leadership. Sicchè ora con la mossa sull'Afghanistan Berlusconi riafferma che è lui solo l'interlocutore per la maggioranza. Tant'è che in serata in una delle sue consuete passeggiate romane il Cavaliere non ha resistito alla tentazione di punzecchiare Casini. «È evidente che si votava sì all'Afghanistan e che le missioni all'estero le abbiamo sempre sostenute. Ma l'errore di Casini è l'aver detto che se non ce la faceva il governo ci pensavamo noi». Più chiaro di così. Immediata la replica dell'ex presidente della Camera: Berlsuconi polemizza inventando frasi che non ho mai detto.

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