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Almunia: conti a rischio misure insufficienti

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Ma il commissario Ue agli Affari economici, Joaquin Almunia - a colloquio circa mezzora col ministro italiano - avverte: sul fronte del rientro del deficit «restano i rischi», perché «l'aggiustamento dei conti quest'anno è stato molto ridotto, e il prossimo anno dovrà essere di maggiore entità». Dunque, Italia rinviata a settembre, quando l'Esecutivo dovrà mettere a punto la Finanziaria da 35 miliardi, di cui 20 di correzione e 15 di sviluppo: «Il Dpef fissa buoni obiettivi, conformi alle nostre indicazioni. Ma la buone intenzioni vanno ora tradotte in misure concrete nella prossima manovra di bilancio», dice Almunia, per il quale solo «con l'applicazione rigorosa» delle misure contenute nel Dpef e nella manovra bis «questi rischi potranno essere evitati». Del resto la manovra correttiva varata due settimane fa è solo dello 0,1% (pari a 1,4 miliardi) contro lo 0,8% indicato da Bruxelles. In ottobre, quando Almunia dovrà stilare le previsioni di autunno, si vedrà: certo è che un'ulteriore avanzamento della procedura di infrazione per eccesso di deficit significherebbe per l'Italia essere a un passo dalle sanzioni. Ma a Bruxelles si respira un clima di fiducia nei confronti del Governo Prodi e, in particolare, del ministro Padoa-Schioppa. Quest'ultimo, forte del carattere strutturale dei provvedimenti messi a punto, insiste sulla possibilità che l'Italia riporti il rapporto deficit-Pil sotto il 3% entro il 2007 (quando, secondo il Dpef, dovrebbe scendere al 2,8%). E per il momento ogni ipotesi di rinvio, anche solo al 2008, del percorso di rientro viene del tutto esclusa. Non solo da Bruxelles, ma anche da Roma. Anche se il ministro spagnolo, Pedro Solbes, ex commissario Ue agli Affari economici, non lo esclude: «È una possibilità, vedremo». E se Almunia chiede «coraggio» al Governo italiano nell' andare avanti sulla strada tracciata nel Dpef, Padoa-Schioppa - intervenuto in un convegno a Padova prima di arrivare nella capitale belga — conferma la necessità di intervenire su previdenza, sanità, spesa degli enti locali e della pubblica amministrazione. Del resto — ribadisce il ministro — la situazione italiana è grave e «va affrontata». Parole pronunciate mentre dall'agenzia di rating Standard and Poor's arriva l'ennesimo avvertimento: il piano contenuto nel Dpef è «incoraggiante» e «ricco di obiettivi ambiziosi». Ma questi saranno raggiungibili solo col varo di «riforme strutturali». Fonti vicino al ministro sottolineano come si tratti di una posizione più distensiva rispetto al recente passato. Buone notizie, infine, arrivano dal fronte fiscale, con le entrate boom del mese di maggio (+16,3%). Complessivamente, nei primi cinque mesi dell'anno le entrate nelle casse dell'erario sono state l'8,7% in più rispetto allo scorso anno.

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