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Cossiga: «Cacciare il capo della Polizia»

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Farò di tutto per vederlo cacciare via nell'interesse dello Stato e dei cittadini. Perchè finchè sarà al Viminale tutti noi cittadini ci dovremo sentire minacciare dai suoi bassi intrighi», ha detto il senatore a vita in una dichiarazione nella quale sottolinea di aver vissuto in questi giorni «due drammi». Il primo è stato l'arresto, «da parte di un magistrato che appartiene a quell'ala della magistratura milanese nelle cui sentenze si è sentito l'eco dello slogan: "Dieci, cento, mille Nassyria", di un servitore dello Stato che ha esposto la vita per ridare la libertà a europei, italiani e non, rapiti da coloro per i quali simpatizzano non pochi magistrati, milanesi e non, e che ha sventato un devastante attentato all'ambasciata italiana a Beirut». L'altro dramma, «il più grave», afferma Cossiga, è «che mi sono accorto improvvisamente di essermi ingannato in tutti questi anni su Gianni De Gennaro. Io, sbagliando clamorosamente, l'ho sempre difeso - dice l'ex capo dello Stato - anche contro un altissimo esponente diessino di governo che, Dio mio quanto preveggente, si era opposto strenuamente alla sua nomina a capo della Polizia. E così mi ritrovo con un uomo insincero, tortuoso, ipocrita, falso, un personaggio cinico e ambiguo che usa spregiudicatamente della sua influenza e che, per sete smodata di potere conduce (io che non ci credevo mi sono dovuto arrendere di fronte all'evidenza) una spietata guerra personale fatta di maldicenza e di falsità contro il Sismi e il suo Direttore». «Un uomo da temere insomma», afferma Cossiga, «e oggi più pericoloso di prima perchè ha acquisito sul viceministro Minniti una tale influenza da fargli ritirare il suo appoggio a Pollari».

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