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Vegas: «Più tasse nascoste da tagli»

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Ci sarà un aumento delle imposte mascherato da tagli alle spese. Non solo. A pagare il conto sarà soprattutto il ceto medio. Il viceministro Vincenzo Visco con il decreto di venerdì scorso ha già tracciato la strada per una patrimoniale». Giuseppe Vegas ex viceministro all'Economia, guarda con perplessità al Dpef appena varato dal Consiglio dei ministri. E lui che ha messo a punto nella scorsa legislatura le Finanziarie, sente odore di bruciato, ovvero di stangata. «Ma sarà fatta in modo da non suscitare clamori, anzi i media parleranno di tagli alle spese». Cosa c'è che non la convince? «Punto primo è tutto molto vago. Sarebbe interessante capire come si ottengono gli obiettivi dell'avanzo primario e dell'indebitamento che mi sembrano ambiziosi. È prevista una manovra molto pesante perchè ai 35 miliardi si sommano gli effetti di 7 miliardi del decreto legge di venerdì scorso. Inoltre il contenuto delle misure dovrà essere deciso in Finanziaria». Una manovra così pesante è giustificata? «Padoa Schioppa dice che la situazione è gravissima ma allora dovrebbe spiegare perché nel decreto Visco-Bersani la parte di correzione equivale per il saldo netto a 57 milioni di euro che è una misura bassa. Quindi da una parte si dice che la situazione è gravissima, peggiore del '92, ma dall'altra il primo intervento di contenimento della spesa impatta sul fabbisogno per lo 0,1% di pil e sul saldo netto per 57 milioni di euro, una cifra ridicolarmente bassa». La situazione dei conti pubblici è tragica o no, ci faccia capire. «Che la situazione non è tragiga è dimostrato dal fatto che il deficit del 2006 indicato nel Dpef è al 4% quindi un po' superiore al 3,8 detto da noi ma inferiore a quello della commissione Faini che ha fatto una ricognizione della finanza pubblica per conto governo. Nel decreto Visco la correzione dei conti è fatta con minori spese per 945 milioni e maggiori entrate per 3 miliardi e 347 milioni. Il rapporto è di 3,5 a 1». Allora se il buongiorno si vede dal mattino nella prossima Finanziaria ci saranno più tagli o più tasse? «Facendo le proporzioni con il decreto Visco-Bersani, nella manovra di 35 miliardi, l'aumento delle tasse potrebbe viaggiare dai 25 ai 30 miliardi. E poi c'è una trappola». Una trappola? Quale? «Il governo ha detto che ci sono 4 settori di spesa che vanno limitati che sono sanità, pubblica amministrazione, pensioni e enti locali. Ma Prodi effettivamente può e vuole diminuire la spesa in questi settori oppure farà passare per diminuzioni di spesa un aumento di imposizione?» Insomma nuove tasse mascherate? «Esattamente. Il ministro della Sanità ha già detto che vuole far pagare in parte i costi dei ricoveri ai cittadini che hanno un alto reddito e questo non vuol dire contenere la spesa ma aumentare le entrate. Poi c'è la riduzione di 5 punti del cuneo fiscale. Padoa Schioppa ha detto che non saranno toccati i contributi per la pensione. Ovvero salvi quelli per maternità e malattia, potrebbero aumentare per i collaboratori e per artigiani e commercianti. Il governo potrebbe poi diminuiree i finanziamenti ai comuni, lo hanno già chiesto, e concedere loro di aumentare le imposte locali o le addizionali o introdurre tasse di scopo. Ciò che il precedente governo aveva sempre imnpedito. Lo stato dà meno soldi ai comuni ma questi per svolgere le loro funzioni aumentano le tasse. Ecco tre casi in cui potrebbe essere aumentata la pressione fiscale in modo mascherato. Io vedo davvero il rischio di una patrimoniale». La patrimoniale è il consueto spettro del centrodestra. Cosa le fa credere che si materializzerà? «La nuova tassazione sui trasferimenti immobiliari obbliga banche, poste e sim a trasmettere alle agenzie delle entrate l'entità dei depositi e dei trasferimenti dei loro clienti. Già questo basta per capire dove si va a parare».

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