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di MARZIO LAGHI ATTACCA con durezza la maggioranza, «colpevole» di aver occupato tutte le cariche istituzionali.

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Criticato dall'allora premier Berlusconi subito dopo le politiche di aprile e snobbato dal Cavaliere per la presidenza del Copaco (il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti) e dopo un lungo silenzio, Pisanu ha approfittato del seminario di Todi sul futuro della CdL per tornare alla ribalta e presentarsi come uno dei leader dell'opposizione: «Rinviare la creazione del partito unico dei moderati» è un errore, ha detto l'ex responsabile del Viminale. Non solo. Nel suo discorso ha attaccato la Lega, unico partito che non sta creando problemi in questa fase a Berlusconi, sostenendo che l'intesa con i Lumbard è «quasi tutta da rinegoziare». Il partito unico. «Penso che la destabilizzazione della CdL ed il rinvio sine die del partito unico dei moderati siano due risposte deboli e sbagliate alla duplice sconfitta politica del 9 aprile e del 25 giugno: bisogna individuarne altre, guardando alle cose in faccia - ha detto Pisanu - So bene che il partito dei moderati non è alle porte e che lo stesso modo di essere della Cdl viene messo in discussione per motivi ben noti e anche per propositi meno noti dei quali mi sfugge talvolta l'intelligenza». Un passaggio che sembra dedicata agli alleati dell'Udc. Per queste ragioni, ha osservato Pisanu, «noi tutti abbiamo il dovere di ristabilire l'unità operativa della coalizione e, quelli che ancora ci credono, di avvicinare la prospettiva del partito unico dei moderati italiani, compresi quelli che non hanno votato per la CdL». Istituzioni «occupate». «Un trionfo senza precedenti per il manuale Cencelli». Così Pisanu ha definito la monopolizzazione delle istituzioni da parte dlela maggioranza che, pur consapevole della sua esiguità aveva già deciso di arroccarsi in sé stessa e di monopolizzare tutto il potere disponibile, a cominciare dai tre vertici istituzionali: la presidenza della Repubblica, prima carica dello Stato, ai Ds primo partito della coalizione; la seconda carica, la presidenza del Senato alla Margherita, secondo partito; la terza la presidenza della Camera, a Rifondazione Comunista terzo partito della coalizione. Come si può giustificare - si è chiesto Pisanu - una acquisizione così arrogante dei vertici dell'ordinamento costituzionale, che non solo ignora le funzioni di garanzia e rappresentanza generale, ma anche piega quelle istituzioni alle esigenze interne di uno schieramento tanto esiguo quanto diviso?. Proprio l'esiguità della maggioranza - conclude l'ex ministro dell'Interno - avrebbe dovuto suggerire un'operazione di senso contrario;: la ricerca cioè di equilibri istituzionali che aiutassero a gestire una situazione politica assai incerta sul piano della governabilità. Di tutto ciò il centrosinistra deve rispondere all'intero paese perchè c'è una lacerazione politico istituzionale che ha gravemente alterato l'inizio della legislatura e minaccia di pregiudicarne il futuro». I cattolici. Pisanu si rivolge agli alleati dell'Udc consigliando loro di «considerare definitivamente chiusa l'esperienza della Dc», ma allo stesso tempo sottolinea che la base elettorale della CdL è costituita da cattolici e che è da questi che deve ripartire la rimonta del centrodestra. La Lega. «Il voto referendario ha bocciato la devolution e cioè l'elemento fondamentale dell'accordo politico tra tre partiti nazionali della Casa delle libertà e la Lega Nord. Lo stesso voto ha confermato che "la questione settentrionale" c'è, ma è più complessa di quanto non appaia ed è solo in parte una questione di regole e istituzioni. Stando così le cose, è chiaro che l'intesa con la Lega Nord è quasi tutta da rinegoziare». Prima di iniziare il suo intervento, Pisanu ha fatto una premessa: «Ho preparato questi appunti - ha detto - dopo un lungo e approfondito colloquio con Berlusconi».

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