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Regioni azzurre nel mirino, tolta l'acqua alla Sicilia

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Dalla prima repubblica alla seconda. Dai governi democristiani a quelli di centrosinistra. Da Berlusconi a Prodi. Tutti hanno puntato sulla "questione meridionale", promettendo una maggiore attenzione affinché anche il Sud potesse ricoprire, finalmente, un ruolo importante a livello economico e sociale nel nostro Paese. Qualcuno questa promessa ha provato a mantenerla. Altri, invece, sembrano essersi già dimenticati delle promesse fatte in campagna elettorale, nella quale le mura delle città sono state tappezzate di manifesti che invitavano ad unire un'Italia sempre più divisa dalla politica del centrodestra. E invece, ora a giochi fatti, Prodi e il suo governo sembrano voler "punire" quelle regioni meridionali che hanno deciso di non schierarsi con loro. L'esempio più lampante di questa politica "prevaricatrice e antimeridionalista", come la definisce il presidente della regione Siciliana Salvatore Cuffaro, è l'annuncio fatto dal ministero della Difesa di tagliare ben 400.000 metri cubi nelle forniture d'acqua destinate alle isole degli arcipelaghi siciliani. Una decisione che, come era facilmente intuibile, ha provocato le reazioni di Cuffaro e del neo presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè. «Tagliare le risorse idriche - osserva il presidente della Regione - è l'ultimo gesto scellerato della strategia punitiva contro la Sicilia che si aggiunge alla scelta incredibile del ministro Bianchi che ha comportato il taglio dei collegamenti marittimi già operato in danno solo della Sicilia e dei siciliani. Che tutto ciò sia parte di una strategia antisicilianista è dimostrato anche dalla volontà dell'attuale governo di destinare altrove i fondi assegnati alla nostra regione dal governo Berlusconi che, grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale, aveva chiuso un contenzioso sugli articoli 37 e 38 del nostro Statuto. L'attuale governo - ha concluso Cuffaro - non può far finta di nulla mentre taglia acqua e trasporti creando preoccupazione ed incertezza non solo nei tour operator, ma anche e soprattutto tra gli abitanti delle isole minori, e mettendo, dunque, a rischio la stagione turistica e gli investimenti di quanti credevano possibile investire in Sicilia attraverso patti territoriali e accordi di programma». Sulla stessa linea di Cuffaro è Gianfranco Micciché che sottolinea come «la politica del centrosinistra abbia assunto la fisionomia di una coperta troppo corta che alla fine fa restare con i piedi al vento sempre e soltanto quelle regioni, come la Sicilia, che non hanno manifestato simpatia politica per Prodi e i suoi alleati». Un'antipatia reciproca, si potrebbe dire, visto che il nuovo governo nei giorni scorsi ha dichiarato che non ci sono soldi per i cantieri dell'Anas e delle Ferrovie e che i fondi previsti per il Ponte saranno destinati alla Tav. Ammesso - ha concluso Micciché - che si accetti l'idea della sinistra che il Ponte non sia una priorità, vorremmo conoscere a questo punto quali sono le vere priorità per la nostra isola e per il meridione. Ovviamente non una elencazione delle necessità, quelle purtroppo le conosciamo già, ma un preciso programma di sviluppo con progetti, soldi e tempi. Sembra, vista l'attuale politica di Prodi, che il centrosinistra abbia solamente un interesse di facciata nei riguardi del Sud, mentre in realtà questa parte d'Italia rimane una colonia da sfruttare e non far sviluppare».

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