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Gigli: la Regione non controlla il caos nella sanità

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Rodolfo Gigli parla da grande vecchio, delle cose della Pisana e delle cose della sanità. Da democristiano, infatti, è stato assessore regionale alla Salute e poi presidente della giunta. Oggi è capogruppo regionale dell'Udc, quindi sta col centrodestra. Ma con le persone tirate per la giacca da Lady Asl ci sono altri punti di collegamento: Gigli è viterbese come Fioroni. Anzi, di più. Si può dire che è stato lui il suo padrino politico: lo ha messo nella corrente andreottiana, gli ha insegnato un certo stile e poi lo ha lanciato come sindaco della Città dei Papi, prima di essere catapultato in parlamento e ora al governo. Bella carriera? «Non c'è che dire, ha stoffa». Anche lei dice che deve dimettersi? «No, sono un garantista. Non basta una notizia per mettere in crisi le istituzioni». Lo sente ancora il suo figlioccio... «È uno dei ragazzi al quale ho dedicato un po' del mio tempo e della mia attività. Ora ha preso altre strade, ma non sta a me giudicare». Vuol dire che non siete più in buoni rapporti? «Non lo sento e non lo vedo da molto. Certo, non ho lesinato critiche sul suo conto, ma per cose banali, questioni locali». Insomma, si sente un po' tradito. «La politica è una cosa, i rapoporti umani un'altra. E sul piano politico, ripeto le cose che ho detto». F.D.C.

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