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Quando il portavoce vuol essere sindaco

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L'ex portavoce del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, Fabrizio Ravoni, si lascia tentare dalla politica e dopo un periodo passato nell'ombra, chi lo dava al Secit e chi diceva di averlo incrociato qualche volta nella residenza romana di Berlusconi a Palazzo Grazioli, ha deciso di diventare sindaco. Così, al grido di basta con il giornalismo voglio mettermi al servizio dei cittadini, Ravoni ha deciso per il grande salto. Il comune prescelto si trova nella Tuscia romana. Si tratta di Canale e Montevirginio, circa 4.000 anime che Fabrizio si propone di conquistare. E per farlo ha messo a punto un programma da politico navigato. Prima sciorina la sua esperienza di giornalista con un lungo elenco delle prodezze, dalla Guerra del Golfo, al G8 di Genova, alle manifestazioni di Seattle e si vanta di aver «smascherato molte volte con l'arma della penna tanti imbrogli e sotterfugi dei potenti svelandoli alla gente». E forte di questa esperiena ora si candida a sindaco. Nel sito fa un discorso ai Granaroni in cui si lascia andare anche a romantici ricordi. A chi potrebbe obiettare che non è di Canale, manda a dire che però lì ha «dato il primo bacio, proprio dietro casa dell'Annina» con la nonna che gli faceva una lavata di capo: «svergognato a baciare una ragazza in mezzo a Canale». Poi ricorda a qualche incredulo di quando il motorino gli si è spento a metà del guado del Mignone e lui lungo in acqua. Ma c'è «Cecchino che con l'Apetta» lo riporta a casa. Alla fine cita John Kennedy: «Non chiedere cosa il Paese può fare per te ma cosa tu puoi fare per il Paese». Kennedy sbarca a Canale.

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