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le riforme di Berlusconi»

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E ancora, maggiore continuità amministrativa a salvaguardia delle «cose buone» fatte dal Governo uscente. Suonano come monito per il Professore e il suo entourage, le raccomandazioni di Montezemolo pronunciate in occasione del tradizionale appuntamento degli industriali italiani. Non mancano sottolineature riguardo conti pubblici, competitività e ammodernamento del «sistema Paese». A preoccupare il Presidente di Confindustria, non sono infatti le singole situazioni a livello azienda, quanto invece lo scenario economico nel suo complesso. Dal mondo delle imprese si rafforza l'idea della necessità di un impegno comune fondato sui reciproci sforzi fra imprenditori, governo e sindacati. Auspicato un confronto serio che metta da parte gli aspri toni che hanno accompagnato la recente campagna elettorale, ma che coinvolga responsabilmente maggioranza ed opposizione, verso un unico concreto obiettivo: il consolidamento della crescita economica dell'Italia. Ne è consapevole lo stesso Montezemolo della difficoltà dell'impegno da assumere, ma allo stesso tempo si mostra fiducioso soprattutto sulle capacità delle imprese italiane che, come avvenuto in anni precedenti, si sono mostrate sempre all'altezza della situazione. La ricetta che il Presidente di Confindustria propone è fondata innanzitutto sul necessario taglio alle spese correnti, taglio che però, non venga compensato con l'aumento della pressione fiscale a carico delle imprese. Il percorso virtuoso da seguire quindi, continua Montezemolo, dovrebbe passare per un processo di semplificazione della burocrazia che spesso limita la voglia di «fare impresa». Riguardo al cuneo fiscale, la posizione assunta conferma la necessità di una terapia d'urto in grado di giungere a una riduzione di 10 punti in cinque anni, dei quali, i primi 5 nell'immediato futuro, e i restanti, durante il corso della legislatura. I benefici di questa operazione dovrebbero ricadere in larga parte sulle imprese, non per favorire i loro redditi ma per essere convogliati in competitività e risorse finanziarie da destinare agli investimenti. Quanto alla flessibilità, è chiara la posizione a difesa dell'opera legislativa avviata da Marco Biagi e la necessità di superare il luogo comune che la vede ingiustamente accostata al fenomeno della precarietà del lavoro, soprattutto giovanile. A tal proposito, non mancano conferme anche sulla base di dati numerici che individuano nei contratti a tempo indeterminato, il 90% degli occupati. Non mancano considerazioni sullo spinoso problema dell'evasione fiscale e del sommerso, stimato intorno al 25% del pil. Per ciò che riguarda la presenza dello Stato nell'economia, Montezemolo lancia un attacco a quella serie di sovrastrutture statali che frenano la concorrenza e il mercato, minando lo sviluppo reale e competitivo del Paese. Il riferimento al proliferare di aziende private, soprattutto nel settore dell'informatica, miete numerose vittime fra regioni, province e comuni sempre più interessati ad acquisire posizioni di mercato minandone le regole della concorrenza. Sul fronte energetico, a sorpresa, il Presidente di Confindustria propone un dialogo serio sul nucleare, come ipotesi volta ad arginare il sopravvento del costo del petrolio. Infine, non sono mancati accenni ad un auspicato rafforzamento del ruolo del capo dell'esecutivo, spesso vincolato da logiche di coalizione che non giocano a favore dello sviluppo e del consolidamento del Paese.

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