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Forza Italia è già mobilitata E i «comitati per la vittoria»,lanciati alle politiche, diventano «comitati per il sì»

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Silvio Berlusconi sa che il prossimo mese rischia di essere decisivo per se stesso e per il futuro della coalizione di centrodestra. Per questo non ha nessuna intenzione di risparmiarsi. Due gli obiettivi: strappare una delle grandi città guidate dal centrosinistra e vincere il referendum sulla devolution. Il Cavaliere non ha dubbi che, riuscisse nell'impresa, per il governo del Professore sarebbe la fine. Dopotutto Roberto Maroni l'aveva buttata lì lasciando il Quirinale dopo le consultazioni per il nuovo esecutivo: «Napolitano non si è sbottonato ma mi ha fatto capire che per lui, se al referendum dovesse vincere il Sì tutto cambierà e che, quindi, la legislatura coinciderà con il governo Prodi, nel senso che se cade questo governo si va al voto». E il Cavaliere, neanche a dirlo, ha subito colto la palla al balzo. Ma prima del referendum c'è da giocare la partita decisiva delle amministrative e Berlusconi ha scelto attentamente il suo territorio di conquista: Napoli. Dei tre grandi capoluoghi a guida Unione, la città partenopea è sicuramente quella più in bilico. Difficile, se non impossibile, infatti, che la Cdl possa sperare di vincere a Roma o a Torino. «Mentre a Napoli - dice un deputato di Forza Italia - i sondaggi della vigilia ci danno in grande rimonta». Strappare Napoli, con Milano sicuro appannaggio del centrodestra, significherebbe un rafforzamento della leadership del Cavaliere che, non a caso, ha scelto i due capoluoghi per candidarsi. Dopo le elezioni politiche sarebbe un'ulteriore dimostrazione che «quando scende in campo lui», la Cdl vola. Altro che Fini e Casini. A quel punto - e non è un caso che il vertice previsto per martedì scorso sia stato posticipato alla prossima settimana, dopo il risultato elettorale - Berlusconi potrà concentrarsi full time alla battaglia referendaria con gli alleati che, gioco forza, saranno costretti ancora una volta a seguirlo. «Berlusconi è cosciente che il 25 giugno non sarà un'impresa facile - dicono i suoi - ma vuole battersi fino all'ultimo. E se riuscirà nell'impresa di strappare il sindaco di Napoli all'Unione a quel punto sarà una vera e propria "forza della natura"». Per questo il Cavaliere avrebbe già messo in preallarme Forza Italia e sarebbe pronto a trasformare i «comitati per la vittoria», lanciati durante l'ultima campagna elettorale, in «comitati per il sì». Insomma quello che parte oggi e si concluderà il prossimo 26 giugno sarà, per Berlusconi, un mese decisivo. Nessuno nega infatti che una doppia sconfitta potrebbe segnare la fine politica del Cavaliere (la Lega ha già detto chiaramente che, perdesse il referendum, tutto verrebbe rimesso in discussione). Anche se, nel suo entourage, chi lo conosce bene disegna altri scenari: «Non mollerà, vedrete. In fondo ha ancora la carta del riconteggio dei voti».

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