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Ventuno cannonate. Come nell'Amleto

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Si prepara per domani la cerimonia del giuramento con riti che sono tradizione dal '600

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I pezzi di artiglieria dell'esercito verranno schierati sul piazzale Giuseppe Garibaldi (vicino al Gianicolo) e saluteranno il nuovo presidente con una salva sparata con cadenza di 30 secondi tra i colpi. I pezzi di artiglieria schierati sono denominati 105/14 e vengono gestiti da tre militari ciascuno: un capo-arma e due serventi. Il primo documento italiano che attesta la pratica di sparare una salva di 21 colpi per celebrare delle cariche istituzionali è un Regio Decreto del 1862. Tuttavia, per risalire alla sua comparsa bisogna andare in Inghilterra, tornando indietro fino ai primi del '600. Tra l'altro, se ne accenna nella scena finale dell'Amleto. L'usanza imponeva che il numero dei colpi fosse sempre dispari e crescesse di due secondo il rango del festeggiato. I numeri pari venivano usati solo in caso di lutto. Il 21 divenne codice internazionale come rituale diplomatico. Ad esempio, un vascello da guerra, entrando in un porto straniero, salutava la bandiera della nazione ospite, e da entrambe le parti si sparavano i famosi 21 colpi come segno di non belligeranza (guai a spararne uno in più o in meno). Ma il numero 21 ricorre anche in un altro passaggio della cerimonia del giuramento. E precisamnete riguarda l'rnamento dell'Aula di Montecitorio, che avrà apputo 21 bandiere e drappi rossi. Il Capo dello Stato se le ritroverà quando entrerà dall'ingresso nell'Aula alla destra dell'Emiciclo, salirà sul banco della presidenza, prendendo posto alla destra del presidente della Camera. In Aula ci sono deputati e senatori, nelle tribune i delegati delle Regioni, i rappresentanti del corpo diplomatico accreditato presso la Repubblica italiana e gli ospiti d'onore. Un'altra particolarità del rito di insediamento dle nuovo presidente della Repubblica riguarda i tocchi di campana che verranno suonati subito dopo il giuramento. Quella che verrà suonata è infatti una campana particolare: nel bronzo, oltre allo stemma pontificio (in epoca pre-unitaria la campana segnalava l'inizio delle udienze del tribunale pontificio), alle figure di Cristo e di Sant'Antonio, c'è il motto latino «diligite justitiam qui iudicatis in terram», ovvero «onorate la giustizia voi che giudicate in terra». Il presidente della Repubblica, infatti, in quanto presidente del Consiglio superiore della magistratura è il primo magistrato d'Italia.

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