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Mediaset, i pm «Berlusconi va processato»

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Falso in bilancio, frode fiscale, appropriazione indebita e, in alcuni casi, riciclaggio, le accuse mosse agli imputati, per due dei quali l'accusa ha chiesto il proscioglimento per intervenuta prescrizione: si tratta degli ex manager Fininvest Giorgio Vanoni e Candia Camaggi, accusati di fatti anteriori al 1998. Per gli altri, invece, secondo De Pasquale, rimangono «frammenti di imputazioni», perchè «quest'udienza preliminare e la legge Cirielli, per quanto riguarda i termini di prescrizione, viaggiavano come due treni su binari paralleli e uno è deragliato, investendo l'altro». Così «l'udienza è stata distrutta», con anche parte delle accuse rivolte al presidente del Consiglio uscente destinate alla prescrizione. Il pm, a quanto si è saputo, perchè l'udienza si svolge a porte chiuse, ha parlato di una situazione «prefallimentare» del gruppo, quando nel '94 Silvio Berlusconi scese in campo in politica, con un rapporto tra debiti e mezzi propri «di tre a uno», se si tengono presenti «i mezzi ufficiali» e non, invece, anche i presunti fondi neri per 500 miliardi di lire ricavati dalla compravendita di diritti televisivi con le major americane. Da una di queste, la Paramount, Mediaset, nella ricostruzione dell'accusa, avrebbe riscosso «diritti sulla base di intese solo verbali» e, a supporto delle sue argomentazioni ha citato la testimonianza di manager o ex del gruppo stesso. Mediaset, a suo dire, «struttura inquinata, almeno fino al 2003 quando l'imprenditore Farouk Agrama avrebbe versato denaro a tre esponenti di punta di Mediaset. Una situazione protrattasi negli anni, di fronte alla quale De Pasquale si è chiesto retoricamente: «Ma davvero, secondo voi, Berlusconi poteva non sapere?»

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