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di GIOVANNI INNAMORATI LA strategia dello scontro frontale con l'Unione voluta da Berlusconi non ha ...

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Ma, per far questo, serve un gruppo dirigente unito, senza fughe in avanti. Sarebbe questo il ragionamento fatto dal leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini durante diversi colloqui fatti ieri con esponenti del partito. Intanto, resta sotto traccia la tensione con Silvio Berlusconi e, tra i centristi, ancora ieri si registrava un'aspra polemica accesa da Carlo Giovanardi con Marco Follini e Bruno Tabacci. L'ex segretario ha rivendicato il valore del suo voto: «Ho letto il comunicato dell'ufficio politico dell'Udc, al quale ho partecipato, in cui si è detto a chiare lettere che non votare Napolitano sarebbe stato un grave errore politico; io ho deciso di non commettere quell'errore». L'ironia non è piaciuta a Giovanardi, che ha bollato Follini e Tabacci come «traditori» e «immorali» per non aver seguito l'indicazione del partito di votare scheda bianca. Tabacci ha replicato accusando Giovanardi di «servilismo» e Cesa ha ricordato che sarà convocato un ufficio politico per affrontare il tema del voto in dissenso all'interno del partito, ma ha ammonito i dirigenti sostenendo che «non servono avanguardie zelanti e polemiche gratuite, ma un gruppo dirigente coeso». Da parte sua l'ex presidente della Camera avrebbe sottolineato il fallimento della strategia dello scontro voluta da Berlusconi, a partire dall'ostinazione a non riconoscere il risultato elettorale: oggi ci ritroviamo con l'Unione che si è accaparrata tutte e tre le cariche istituzionali e ha così blindato il governo. Prodi mirava a eleggere i tre presidenti con i soli voti del centrosinistra e ci è riuscito grazie al muro contro muro imposto da Berlusconi. Poi vedrete che Silvio non tarderà a cercare un dialogo con Napolitano, come pure ha cercato l'accordo con D'Alema o ha proposto la grande coalizione il giorno dopo le elezioni. Insomma, riferiscono ancora gli esponenti centristi, per Casini l'obiettivo è insistere sulla linea dell'autonomia dell'Udc che sarà proposta al Congresso. Il primo passo l'abbiamo fatto ieri, avrebbe spiegato, ribadendo a chiare lettere che non votare per Napolitano è stato un errore. Abbiamo fatto bene ad allinearci sulla scheda bianca, avrebbe però aggiunto, perché sarebbe stato inopportuno rompere ora. L'obiettivo della linea della maggior autonomia si potrebbe concretizzare anche prima qualora Berlusconi volesse trascinare gli alleati nelle trincee proponendo scioperi fiscali o quant'altro. Guai se all'anti-berlusconismo dell'Unione seguisse un anti-Prodismo della Cdl, un cartello dei «no». Ogni volta che diciamo «no» dobbiamo avere una proposta alternativa, e qualche volta dobbiamo saper dire dei sì.

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