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inchinarsi all'Unione»

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Sarebbe il colmo sciupare l'unità della coalizione per un inchino al candidato presidente dell'Unione». Lo ha affermato ieri il segretario della Democrazia Cristiana Gianfranco Rotondi. Il leader della nuova Dc ha poi voluto spiegare meglio il suo punto di vsita. «La DC — ha commentato — rispetta molto il profilo istituzionale del senatore Napolitano, ma la sua candidatura non corrisponde ai requisiti di pacificazione nazionale che avrebbe la candidatura di Massimo D'Alema». «So come la pensa Berlusconi e rispetto la sua opinione diversa dalla mia — ha proseguito — ma al suo posto ribalterei il tavolo rilanciando D'Alema. Solo Berlusconi e D'Alema possono portare l'Italia fuori dalla transizione. È un'occasione perduta, forse la colpa è di questa maledetta campagna elettorale amministrativa che condiziona i grandi elettori. Naturalmente il mio è un consiglio, Berlusconi sa che può sempre contare sulla lealtà della DC ed egli la deve misurare dai consensi venuti nelle sue ore più difficili e anche dai franchi dissensi che i veri amici sanno talvolta esprimere». Ieri gli esponenti della nuova Dc hanno votato, come il giorno prima, per Giuliano Ferrara. In mattinata Gianfranco Rotondi, il segretario organizzativo del partito Giampiero Catone, il capogruppo alla Camera Paolo Cirino Pomicino, Mauro Cutrufo, vice-segretario nazionale, Franco De Luca e Massimo Nardi hanno ricordato Aldo Moro nell'anniversario della sua uccisione. «Il suo messaggio politico rimane di straordinaria attualità, il suo pensiero lungimirante segna ancora oggi la politica italiana, la sua morte lasciò un vuoto nella società italiana. Di Aldo Moro resta il ricordo di 'un uomo mite e buonò, come ebbe a dire Papa Paolo VI, il cui pensiero politico è più che mai presente e utile all'Italia democratica e repubblicana».

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