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La Lega gioca la carta delle lealtà pensando al referendum

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Se la parola d'ordine è lealtà nei confronti della coalizione è perché il Carroccio guarda al 25 giugno che si avvicina. Fino al giorno del referendum confermativo della riforma federalista dello Stato, infatti, il movimento di Umberto Bossi tenderà a salvaguardare la compattezza dell'intera coalizione, per non perdere il sostegno degli alleati nella battaglia per il sì. Sebbene sia questa la linea da tenere — ed è stato ribadito anche ieri pomeriggio durante la riunione dei gruppi di Camera e Senato che ha preceduto la seduta comune — la Lega non ha gradito di essere stata esclusa dai vertici organizzati tra i due schieramenti per cercare una soluzione condivisa. Va bene la lealtà, ma non «essere trattati come una dependance», ha affermato il presidente dei deputati Roberto Maroni. Un disappunto che Maroni e Roberto Castelli (capogruppo al Senato) hanno deciso di segnalare votando Umberto Bossi al primo turno dell'elezione del capo dello Stato. Anche se ai parlamentari hanno dato mandato di votare Gianni Letta, candidato del centrodestra. Lasciando Montecitorio dopo aver votato, Maroni ha spiegato che il malumore nasce dal fatto che la rosa di nomi presentata ieri (Monti, Marini, Dini, Amato) è il risultato di ragionamenti nei quali la Lega non è stata coinvolta. «Fanno i vertici senza di noi, fanno le riunione senza di noi», ha detto il ministro uscente riferendosi anche al vertice convocato domenica a Palazzo Chigi al quale non è stato invitato nessun rappresentante leghista. Poi ha rimandato ogni decisione a oggi: «Alle 11 la Lega si riunirà per vedere nel frattempo cosa è accaduto e decidere cosa votare. Decideremo autonomamente a seconda di quello che accadrà dentro la Cdl, se c'è ancora, e fuori dalla Cdl, nell'Unione, se c'è ancora». Poco dopo però è iniziato un nuovo vertice della Cdl al quale, stavolta, ha partecipato per il Carroccio anche Calderoli. E all'sucita le sue parole hanno fatto capire che la Lega non era per niente d'accordo nell'appoggiare Napolitano: «In questo momento non c'è accordo nella Cdl. Su come votare ne discuteremo domani. Ci sono tante possibilità, ma prevedo che la prima votazione andrà a buca perchè non ci sarà più Letta: o ci sarà il non voto o la scheda bianca». E. B.

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