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di LAURA DELLA PASQUA IL CASO Tremonti potrebbe creare un vero e proprio terremoto all'interno di Forza ...

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Per l'ex ministro dell'Economia e vicepresidente di FI si prospetta il ruolo di supervisore della linea del partito. Il che significa che avrebbe in mano la regia politica di Forza Italia per la quale risponderebbe solo a Berlusconi e il coordinamento dei gruppi delle due Camere. In sostanza si tratterebbe di un rafforzamento del ruolo di vicepresidente. Questa ipotesi è maturata dopo una giornata di fuoco, una telefonata al vetriolo da Tremonti a Berlusconi e il rischio reale di una rottura. Ma come si è giunti a questo? Tutto ha avuto inizio due giorni fa quando Berlusconi ha fatto sapere che avrebbe confermato alla presidenza dei due gruppi di Camera e Senato rispettivamente Elio Vito e Renato Schifani. Ma alla poltrona di Vito ambiva Tremonti che subito si è messo di traverso. Berlusconi però non aveva altra scelta e ha cercato di farglielo capire in una concitata telefonata durante la quale Tremonti ha anche minacciato di iscriversi al gruppo Misto e di arrivare a una vera e propria rottura. Vito però è inamovibile giacchè consente a Forza Italia di rafforzarsi nel Mezzogiorno. Ed è quello che Berlusconi vuole dal momento che al Nord il partito ha fatto il pieno oltre ogni aspettativa. Mettere alla guida del gruppo della camera Tremonti avrebbe significato spostare l'ase verso il Nord e questo Forza Italia non può permetterselo. Senza contare poi che appena si era diffusa l'ipotesi di una staffetta Vito-Tremonti alla Camera subito si era scatenata una quasi rivolta tra i deputati azzurri meridionali. Insomma sostituire Vito era impossibile. Tremonti però fa subito capire a Berlusconi che non intende accontentarsi di un ruolo di secondo piano e che se la poltrona di capogruppo è stata appaltata qualcosa per lui di più sostanzioso si deve trovare. Ma trovargli una sistemazione nello scacchiere di Forza Italia è problematico. Va creata una poltrona ad hoc anche con il rischio di suscitare qualche malumore all'interno del partito. Tremonti mette sul piatto il contributo dato alla campagna elettorale, l'idea di insistere sul fisco e l'aver scovato tra le pieghe del programma dell'Unione l'ipotesi di tassare i titoli di Stato: dei veri assi con cui Berlusconi si è quasi aggiudicata la partita elettorale e che comunque gli hanno consentito una rimonta inaspettata. Forte di questo patrimonio Tremonti ha puntato i piedi tant'è che ha disertato prima la riunione di Berlusconi all'Hilton di Roma con i deputati e i senatori e poi la votazione alla Camera del presidente. Non solo. Ha lasciato in sospeso la questione dell'opzione sulle circoscrizioni fino a tutta la mattinata di ieri. L'ex ministro dell'Economia infatti è stato eletto in nove circoscrizioni territoriali e quindi erano otto i deputati azzurri a rischio, che hanno visto traballare la loro poltrona (tra questi tre in Lombardia, due in Piemonte, due in Veneto). Ad un certo punto per sciogliere il nodo dell'opzione si era anche pensato al meccanismo del sorteggio. Così mentre si continuava a votare per la presidenza della Camera in Transatlantico fervevano i conciliaboli tra i deputati azzurri a rischio e sospesi al filo della decisione di Tremonti. Ad un certo punto circola anche l'ipotesi che l'ex ministro sia determinato a lasciare Forza Italia per la Lega qualora non riuscisse a ottenere una degna collocazione. Si sente tradito dal Cavaliere. Il tam tam dice che avrebbe già preso contatti con Bossi per il passaggio alla Lega ma lui smentisce. Il nodo si scioglie solo in tarda mattinata quando con un fax, Tremonti, che continua a essere assente alle votazioni, fa sapere di aver optato per la circoscrizione della Calabria. É il segnale del disgelo con Berlusconi e che si va verso un accordo. Avrà un ruolo forte dentro Forza Italia. L'ipotesi che si prospetta è di supervisore della linea del partito, il che significa il numero due di Forza Italia. Ma c'è anche un'altra ipotesi che però è meno probabile: che si vada alla conta interna al gruppo alla Camera per decidere chi dovrà guidarlo. ma qu

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