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«Io, goccia d'olio che può sbloccare lo stallo»

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Andreotti: «Sarei felice di accettare la presidenza di Palazzo Madama. Se me la daranno»

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Il senatore a vita Giulio Andreotti si definisce così, come un elemento lubrificante. «Sarei felice di accettare questo incarico, se me lo daranno. Il valore aggiunto della mia figura? In questa situazione di muro contro muro dei due schieramenti, anche una goccia di olio potrebbe servire a sbloccare la situazione - dice ai microfoni di Studio Aperto - Se vivo la candidatura come una rivincita dopo il lungo calvario giudiziario? No, cerco di non pensarci. Non la vivo come una rivincita ma è sicuramente una grande soddisfazione. Il fatto poi che sono stato candidato dal centrodestra per cui non ho votato è un attestato di stima». Nel suo studio, davanti alle telecamere, Andreotti ha mostrato un ritratto di Alcide De Gasperi, a lui donato da Renato Guttuso, e ha raccontato: «De Gasperi è stata la persona che più di tutto mi ha cambiato. Cosa avrei voluto fare nella vita se non avessi scelto la politica? Il magistrato». In un'intervista a Canale 5, l'anziano senatore ha ribadito: «Sono stato indubbiamente lieto di questa candidatura perchè faccio questo lavoro, perchè il Senato mi interessa molto e mi affascina. Spero che lo spirito di questa candidatura sia quello di superare un corpo a corpo che potrebbe essere di danno per il nostro lavoro». E ha aggiunto: «Non è detto, poi, che debba farlo per cinque anni, anche perchè ho un'età che mi porta a programmare più per l'altro mondo che per questo». Quanto al fuoco di sbarramento di settori della sinistra contro la sua possibile presidenza di Palazzo Madama, Andreotti non ha dubbi: «Pazienza: l'unanimità è una brutta cosa, normalmente. Se c'è chi dissente va benissimo. Spero però che non dissenta organicamente perchè questo non favorirebbe un allentamento della tensione che esiste. Ma non è che non dorma la notte, per questo». Ma commenti all'ipotesi Andreotti ce ne sono stati anche nella CdL. Per Maurizio Gasparri, se l'ex democristiano dovesse essere eletto alla presidenza del Senato, questo significherà la fine dell'Unione, e il governo Prodi non vedrà mai la luce. Replicando a Roberto Calderoli, il quale sul «Corsera» sostiene che nella Cdl non c'è nessun accordo per la candidatura del senatore a vita a Palazzo Madama, aggiungendo che il Carroccio punterà proprio su di lui. «Ci può essere un uso fazioso dei senatori a vita - dice Gasparri - o una valorizzazione virtuosa di queste figure. La faziosità è quella della sinistra, che si illude di reggere il governo Prodi con il voto dei vari Scalfaro, Colombo, Napolitano a Palazzo Madama. Una politica di corto respiro che fin dalla nascita terrebbe in vita artificiosa un governo destinato ad una rapida scomparsa. C'è poi la possibilità - continua - di un ruolo virtuoso dei senatori a vita, che dovrebbe essere considerato un'autentica riserva della Repubblica, a cui fare riferimento in momenti di particolare difficoltà. A questo tipo di politica si ispira l'ipotesi dell'elezione del senatore a vita Giulio Andreotti alla presidenza del Senato».

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