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Il presidente americano si congratula per la vittoria elettorale

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Una telefonata lungamente attesa che è diventata l'occasione per ribadire quello che il Professore va dicendo da tempo. «Bush mi ha chiamato Berlusconi no» ha detto il Professore lasciando Piazza Santi Apostoli. Per la verità che la telefonata di Bush fosse imminente, lo si era saputo a Washington di buon mattino: il presidente statunitense era pronto a telefonare al premier in pectore italiano, per congratularsi con lui della vittoria nelle elezioni del 9 e 10 aprile. Fonti sicure indicavano che la telefonata sarebbe avvenuta dopo la partenza di Bush per una missione di quattro giorni nell'Ovest dell'Unione direttamente dall'AirForceOne. E così è stato. L'ufficio stampa dell'Ulivo ha immediatamente dato la notizia spiegando che «il presidente Bush ha espresso l'augurio di potere cominciare al più presto a lavorare insieme al nuovo governo italiano e ha altresì espresso la speranza di poter incontrare personalmente il presidente Prodi nel giro di breve tempo». Prodi e Bush «si sono comunque dati appuntamento per il prossimo vertice del G8 previsto, a luglio, a San Pietroburgo». La telefonato di Bush è stata una «boccata di ossigeno» in una giornata particolarmente faticosa per il leader dell'Unione (il nodo della presidenza della Camera si è sciolto solo in serata) che, a piazza Santi Apostoli, ha proseguito gli incontri bilaterali con gli alleati e i partiti che lo hanno sostenuto. In mattinata è toccato a Oliviero Diliberto, nel pomeriggio al leader del partito dei Pensionati Carlo Fatuzzo poi, a Fausto Bertinotti. L'unico fuori programma il Professore se l'è concesso commentando l'ipotesi di far entrare Tommaso Padoa Schioppa nell'esecutivo: «È una delle ipotesi, seria e meditata».

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