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L'incubo del tradimento

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Ne è prova, per esempio, il piccolo giallo che si è creato attorno all'affermazione del ministro per gli Italiani all'Estero Mirko Tremaglia, intorno al presunto passaggio nelle fila della Cdl del senatore indipendente eletto all'Estero Luigi Pallaro. Ma altre voci, a questo proposito, sono partite prima di quella relativa a Pallaro e faticano ad arrestarsi. Sorvegliati speciali i senatori «border line», sui quali potrebbero accanirsi, con un crescendo rossiniano, le malignità dei retroscenisti. Ma chi sono? Del gruppo fanno certamente parte i senatori apparentati con l'Unione, che però hanno già dichiarato di volersi iscrivere al gruppo misto, per condurre con maggiore incisività la battaglia per le minoranze linguistiche. È il caso di Carlo Perrin, eletto in Val D'Aosta con i voti del centrosinistra e dei suoi colleghi sudtirolesi Manfred Pinzger e Helga Thaler (ai quali vanno aggiunti, grazie al sistema uninominale vigente nella regione, i senatori eletti in virtù del patto col centrosinistra Claudio Molinari, Oskar Peterlini e Giorgio Tonini). Nessun problema, apparentemente, dovrebbe giungere dai senatori «unionisti» eletti nelle circoscrizioni Estero, anche se qualche nube, negli ultimi giorni, si era addensata su Renato Turano, presidente dell'associazione americana dei panettieri, il quale ha poi seccamente smentito di essere «su piazza». Illazioni di questo tipo hanno anche colpito il neosenatore dell'Italia dei Valori Sergio De Gregorio, eletto assieme a Franca Rame, Fabio Giambrone, e Giuseppe Caforio che, quasi mettendo le mani avanti, ha denunciato alla stampa, subito dopo le elezioni, presunte avances di emissari della Cdl presso i colleghi dell'Unione. Quanto all'Udeur, il problema, come sempre, investe la totalità degli eletti, fedelissimi a Mastella, che attendono da Prodi segnali migliori di quelli loro inviati ieri dopo l'incontro bilaterale. Accanto a Mastella, figurano per il Campanile Nuccio Cusumano e Tommaso Barbato. Ma alla categoria «border line» possono essere ascritti anche alcuni componenti della foltissima pattuglia del Prc (27 unità). Da verificare sarà certamente la condotta parlamentare di Franco Turigliatto, trotzkista della corrente facente capo al capogruppo uscente Gigi Malabarba («Sinistra critica»), che ha già intimato a Prodi e a Bertinotti di cambiare linea nella prossima legislatura, rispetto ad alcuni punti della piattaforma programmatica. L'estromissione di Marco Ferrando dalle candidature ha impedito agli altri trotzkisti di «Progetto comunista» (che ieri hanno annunciato la scissione) di determinare, con loro decisione, un cambiamento di maggioranza a Palazzo Madama, tuttavia rimangono «sorvegliati speciali» Lidia Menapace e Heidi Giuliani, madre di Carlo.

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