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E Piero cerca di far riprendere quota alla Quercia

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Sarebbe questa la parola d'ordine che circola da alcuni giorni nelle stanze del Botteghino. Dopotutto non è un segreto che i Ds, a dispetto della aspettative, siano usciti piuttosto malconci dal voto di domenica e lunedì. Nessuno, men che meno Fassino, si aspettava quel misero 17,5% che, come era prevedibile, è presto diventato un problema. Un problema che ha costretto il segretario Ds a correre immediatamente ai ripari. Dopotutto, nella coalizione di centrosinsitra, nessuno ha investito sulla vittoria di Romano Prodi più della Quercia. E, ora che quella vittoria (anche se di misura), è arrivata, sarebbe un suicidio tirarsi indietro. D'altra parte, però, i Ds si rendono conto che il rischio dell'ingovernabilità esiste e, per questo, Fassino ha deciso di accreditarsi come colui che, nel centrosinistra, lavora per moderare i toni e aprire al dialogo con la Cdl. Così, ieri, il segretario della Quercia, in maniera quasi inaspettata, ha convocato una conferenza stampa nella sede del Botteghino. Pochi minuti, giusto per ribadire il concetto. Fassino ha prima attaccato il presidente del Consiglio perchè «continua a non volere accettare la sconfitta». Ma poi si è subito augurato che «nelle prossime ore un atteggiamento più prudente e responsabile venga non soltanto dagli alleati di Berlusconi ma anche dallo stesso presidente del Consiglio». «Credo che sia una buona regola da parte di tutti - ha sottolineato Fassino - attendere con serenità la conclusione delle azioni di verifica senza alzare inutili polveroni e creare un clima di tensione nel paese». Insomma, mentre Rutelli tace, e Prodi sembra flirtare preoccupantemente con Bertinotti (a cui avrebbe chiesto di entrare nell'esecutivo come vicepremier), Fassino cerca di accreditarsi come uomo del dialogo e vero «numero due» del Professore cercando di fare recuperare alla Quercia quel ruolo di primo partito della coalizione che le urne hanno in parte messo in dubbio. E non sembra così strano che lunedì sera, mentre il risultato elettorale era ancora incerto, sia stato proprio Fassino ad annunciare per primo la vittoria dell'Unione. Dopotutto il segretario lo ha detto chiaro e tondo sempre alla Stampa: «Oggi i Ds sono saldamente il secondo partito del Paese, la prima forza della nuova maggioranza di governo e sono il primo partito del centrosinistra in 18 regioni su 20». Parole che suonano come un avviso ai naviganti: la Quercia c'è e non potrà essere né cancellata dagli alleati, né snobbata da chi ha intenzione di trattare con l'Unione. Così in attesa di sapere come andrà a finire l'avventura del secondo governo Prodi, sembrano definitivamente ristabiliti i rapporti di forza all'interno dell'Unione. Rapporti di forza che, presumibilmente, condizioneranno anche le trattative per l'elezione del nuovo Capo dello Stato. E i Ds, che nelle scorse settimane avevano pensato a Giorgio Napolitano, ora sembrano convinti della possibilità di portare sul Colle Giuliano Amato. N. I.

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