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«Gli americani dicono che abbiamo vinto»

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Berlusconi rientra a Roma di corsa: «Abbiamo fatto il possibile. E siamo riusciti a rovinargli la festa»

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Cambia il volto di Berlusconi quando oramai sono le cinque del pomeriggio. Era rimasto chiuso ad Arcore per un giorno e mezzo, da dove era uscito solo per andare a votare e andare allo stadio per vedere il Milan. E in questi giorni lo aveva detto a chi lo aveva raggiunto telefonicamente: «Ho fatto tutto il possibile in questa campagna elettorale. Ho dato tutte le mie energie, mi sono battuto con tutte le mie forze. Di più non era possibile». Venerdì, ormai stremato a Napoli, si era concesso un piazza con verdura e pomodorini, calamaretti, babà e pastiera napoletana. E s'era lasciato andare chiaccherando con i fedelissimi, il coordinatore campano Nicola Cosentino, il suo predecessore Antonio Martusciello, il futuro deputato Sestino Giacomoni, il capo della sua segreteria Valentino Valentini: «Non so come andranno le elezioni. Davvero non so fare una previsione. I sondaggi dicono che siamo sotto, ma lo scarto comunque è talmente piccolo che non si saprà lunedì sera e forse neanche martedì o mercoledì». Ma aveva aggiunto: «Ho girato l'Italia in lungo e in largo. E ho trovato un Paese a macchia di leopardo. Zone in cui andiamo fortissimo, altre dove non esistiamo. Qui in Campania ho visto l'atmosfera più bella, e dire che era una regione rossa: sembravano tutti per noi». E aveva avuto ragione. Forse la scelta di chiudere la campagna elettorale a Napoli, in un'area data per persa e invece dimostratasi determinante, può essere stata la mossa vincente. Ma Berlusconi si sentiva ancora in bilico. Tranquillo ma sereno. Toni bassi, low profile anche mentre vedeva la partita del suo Milan. Aveva scelto di restare a Villa San Martino. Poi, quando a metà pomeriggio gli sono arrivate le prime notizie dai seggi sui risultati reale, il Cavaliere ha fiutato l'aria, ha capito che la sconfitta non era certa. Ha richiamato qualcuno dei suoi a telefono: «Visto? Gli americani mi hanno detto che ho vinto io». Quali americani? Forse Berlusconi si riferiva a qualche notizia arrivata direttamente dagli Usa, dall'amministrazione americana, dall'amico Bush. Uno che di vittoria sul filo di lana se ne intende. E, comunque, che attendibilità avrebbe? O forse, ed è più probabile, Berlusconi si riferiva alla Psb, la società statunitense a cui il premier si è affidato per i sondaggi. Il leader della Cdl lo ha spiegato più volte nel corso di questa campagna elettorale: c'è un cartello tra le società di sondaggi italiani perché danno tutti gli stessi risultati. E per questo aveva chiamato un'azienda americana, che aveva portato un suo campione di interviste da realizzare. E la Psb gli aveva dato uan situazione di sostanziale parità. Parità che è rimasta quasi la stessa per tutta la campagna elettorale. Ed è per questo che il Cavaliere non si è molto stupito quando ha visto che la tv diramava i dati degli exit poll. E ha detto a tutti di attendere i dati reali, i voti veri e propri. Così ha fatto spedire il fedelissimo Denis Verdini a smentire drasticamente i dati dei sondaggi italiani, unico in Italia alle tre del pomeriggio a sostenere una tesi che veniva irrisa un po' da tutti. E piano piano è diventata reale e si è concretizzata. Anche il fedelissimo Sandro Bondi non sapeva che pesci prendere e s'era sottratto alle telecamere andandosi a rifugiare in un bar del centro scortato dal fedelissimo Mario Pepe. Alle cinque la svolta. Berlusconi cercava disperatamente un piano aereo per decollare da Milano e atterrare a Roma. Ma non c'era nulla di disponibile: «Facciamo presto, prendiamo l'elicottero», diceva il leader della Cdl. La svolta arrivava nella prima serata, quando le proiezioni cominciavano a dare i Poli sempre più vicini fino al sorpassso alle otto di sera. Ma nessun commento ufficiale, come anche Prodi. A chi gli aveva suggerito di fare almeno un commento, ha risposto seccamente: «Per serietà ora non parlo». Da quel momento s'è piazzato davanti alla tv e s'è visto gli speciali d'informazione: «Ma almeno un risultato lo abbiamo ottenuto, la sinistra

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