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Bonaiuti: «Contestiamo la vittoria dell'Unione»

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Per tutta la giornata domina lo sconforto fino al ribaltamento dei dati in serata

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Il portavoce di Berlusconi annuncia: «Contestiamo che l'Unione abbia vinto». E la Cdl chiede: «Serve una scrupolosa verifica dei conteggi e verbali». Una reazione rabbiosa alla scelta dell'Unione di scendere in piazza a festeggiare. E la notte sembra più che mai lunga. È stata una giornata al cardiopalma nella sede di Forza Italia. Il batticuore inizia di mattina presto. Già prima della chiusura dei seggi, cominciano a rimbalzare gli exit pol della Nexus. L'esito è tremendo. L'Unione sarebbe in vantaggio di 4-5 punti alla Camera e di 4 al Senato. «Se è così per noi è una catastrofe» si dicono al telefono i vertici di Forza Italia, il coordinatore Sandro Bondi e il vice Fabrizio Cicchitto. La sede di via dell'Umiltà si trasforma in un fortino. Si fanno vedere il senatore Paolo Guzzanti che si intrattiene con le tv straniere alternando il francese all'inglese e il responsabile dell'ufficio elettorale Denis Verdini. Poi è la volta di Antonio Tajani. Tutti invitano alla prudenza ma le facce sono lunghe e serpeggia lo sconforto. Pochi sono i curiosi che si fermano davanti all'ingresso del partito. Il clima è di sfiducia mentre nella vicina piazza santi Apostoli la folla si accalca. Ad un certo momento, mentre le prime operazioni di spoglio danno il netto vantaggio dell'Unione, si diffonde anche la voce delle possibili dimissioni del coordinatore Bondi. C'è chi tratteggia uno scenario di smottamenti all'interno del partito e dentro la Cdl. Berlusconi che era rimasto chiuso a Arcore nel pomeriggio prende l'elicottero e vola alla volta di Roma. Si rinchiude a Palazzo Grazioli, sua residenza, con i più stretti collaboratori mentre a via dell'Umiltà Bondi continua a presidiare il fortino tranne una breve sortita in un caffè vicino alla presidenza del Consiglio che qualcuno interpreta come un appuntamento segreto per mettere a punto l'eventuale ritirata. Per tutto il pomeriggio i dati indicano la prevalenza dell'Unione sia alla Camera che al Senato. L'attesa è per quello che dirà Berlusconi di cui si annuncia una conferenza stampa a Palazzo Chigi in contemporanea con quella di Prodi. Non si faranno nè l'una nè l'altra. Cicchitto in televisione fa fronte al fuoco di fila dell'opposizione poi torna al partito e continua a invitare alla prudenza. In serata al partito arrivano altri big dal capogruppo alla Camera Elio Vito a Cesare Previti. Ed è intorno alla 19 che comincia il ribaltamento dei dati. Si accorcia la distanza al Senato in un serrato testa a testa ma la Camera resta un sogno. Berlusconi da Palazzo Grazioli tace ma in contatto telefonico con Bondi fa un'eccezione alla regola scaramantica di non lasciarsi andare all'entusiasmo. «Stiamo rimontando, ce la facciamo, e tutti che ieri ci davano per spacciati». Alle 20.30 un Bondi sorridente e disteso, rompe il silenzio. Al Senato c'è stato il sorpasso e anche alla Camera la distanza è di pochissimo. Intanto sostenitori di Forza Italia cominciano a affluire a via dell'Umiltà. Al Tg1 il coordinatore azzurro commenta: «Le ultime proiezioni confermano Forza Italia come primo partito dei moderati italiani». Poi fa sapere che «Berlusconi è sereno, perchè sa di aver fatto tutto il possibile». Al partito arriva anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. A via dell'Umiltà dalla folla che si ingrossa di ora in ora, qualcuno grida «ce l'abbiamo fatta, abbiamo vinto». Un uomo si carica sulle spalle il figlio che sventola una bandierina di Forza Italia e commenta a voce alta: «Sono proprio dei coglioni».

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