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E Gianfranco difese il «compagno» Vladimir Luxuria

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La rivoluzione si è consumata nel giro di ventiquattro ore. Mercoledì a Guidonia, alcuni militanti di An, hanno contestato il candidato «transgender» di Rifondazione Comunista che ha fatto della sua ambiguità sessuale una scelta di vita e una bandiera politica. Ieri, i due organizzatori della contestazione, culminata in un lancio di finocchi contro l'aspirante deputato del Prc mentre un gruppo di esagitati sventolava uno striscione con su scritto «Ieri falce e martello, oggi falce e pisello», hanno fatto le spese del nuovo corso del partito di Gianfranco Fini. La federazione romana di An ha infatti sospeso Mauro Lombardo ed Ernelio Cipriani, i due registi della contestazione. Il primo è il presidente del circolo «Collefiorito», il secondo consigliere circoscrizionale. Entrambi, per effetto del provvedimento disciplinare, non potranno mettere più piede nelle sezioni del partito nè agire in nome e per conto di An. Lo «strappo di Guidonia» è tanto più significativo se si considera la storia della cittadina laziale. Fu fondata in pieno fascismo, nel 1937. Il nome fu scelto per celebrare un generale dell'aeronautica Alessandro Guidoni, morto nella zona mentre collaudava il prototipo di un nuovo paracadute. Popolata con i militari di un avveniristico centro studi dell'aviazione littoria, la cittadina ha sempre avuto il cuore a destra. L'arrivo di Luxuria ha fatto scattare vecchi clichè. Ma i militanti accorsi per non farlo parlare non si erano accorti che Alleanza nazionale, insieme al fascismo, ha detto addio anche al mito dell'uomo virile che si fa beffe dei «finocchi». Luxuria, cha ha passato un brutto quarto d'ora, adesso è soddisfatto. Sbeffeggiato durante la campagna elettorale da Alessandra Mussolini («meglio fascista che frocio») e da Roberto Calderoli («che bagni userà alla Camera, quello degli uomini o quelli delle donne?»), accoglie la sconfessione dei militanti di An dando prova di misura e moderazione: «Sono contenta che ci sia qualcuno che voglia riportare la campagna elettorale a toni civili». Tanta la solidarietà alla candidata di Rifondazione. Fausto Bertinotti, il leader del suo partito, gli ribadisce la sua vicinanza e definisce «apprezzabile» l'espulsione dei due militanti di An, attribuendola, come è giusto pensare, alla volontà di Gianfranco Fini che, i più maliziosi, dicono alla caccia del voto laico che normalmente tende a premiare formazioni meno «tradizionaliste». Anche l'Ulivo, che pure non ha mai fatto salti di gioia per l'inserimento di Luxuria nelle liste, ha diffuso un comunicato di incoraggiamento. Usando il maschile, quelli dell'Ulivo auspicano che «Vladimir Luxuria resti saldo nel suo impegno politico e non si lasci intimidire dagli attacchi della destra». Scontato l'appoggio dei circoli omosessuali Mario Mieli e del presidente onorario di Arcigay Franco Grillini. Meno scontata quella di Pier Ferdinando Casini che, però, preferisce lodare il comportamento di Fini. «Fini - ha commentato Casini - ha fatto molto di più che esprimere solidarietà. Ha sospeso coloro che hanno fatto quel gesto. Ha fatto benissimo». E il compagno Valdimiro Guadagno, in arte Vladimir Luxuria, incassa e ringrazia.

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