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L'OBIETTIVO è uno solo: conquistare i moderati.

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Il problema, semmai, è la strategia. Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini non vogliono sbagliare, per questo da alcuni giorni stanno lavorando ai «discorsi politici» che dovranno tenere nel corso della sessione che, domani pomeriggio, aprirà il congresso del Partito Popolare Europeo. Tutti e due puntano ad un'investitura ufficiale da parte del presidente del partito Wilfried Martens. Un'investitura che forse non arriverà anche se è chiaro che, l'intento del Ppe è quello di aiutare il più possibile la Cdl a vincere le prossime elezioni. Una cosa tutt'altro che semplice visto che, quella italiana, è un'anomalia quasi unica all'interno della grande famiglia popolare europea. Il nostro Paese, infatti, è l'unico in cui i partiti che aderiscono al Ppe militano in entrambi gli schieramenti: Udc e Fi nella Cdl, l'Udeur nell'Unione. Un ostacolo facilmente aggirato dall'organizzazione che ha riservato a Clemente Mastella un intervento di benvenuto assieme al coordinatore nazionale di Fi Sandro Bondi e al segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. Un po' poco per accreditarsi come riferimento dei moderati italiani. Così, la parte del leone, la reciteranno Berlusconi e Casini. Il Presidente del Consiglio, attraverso il suo braccio destro in Europa Antonio Tajani, ha lavorato molto affinché questo appuntamento fosse organizzato a Roma e, preferibilmente, in prossimità della scadenza elettorale. Un impegno confermato anche dal fatto che, nelle due giornate di studio che il gruppo parlamentare del Ppe ha organizzato oggi e domani mattina, parteciperanno molti azzurri. Oltre a Tajani e Berlusconi, infatti, ci saranno il vicepresidente del parlamento europeo Mario Mauro, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, quello dell'Istruzione Letizia Moratti, il consigliere economico di palazzo Chigi Renato Brunetta, l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi, l'eurodeputato azzurro Mario Mantovani. Schierate le truppe, sarà la volta del premier. Da alcuni giorni i suoi più stretti collaboratori stanno spingendo affinché Berlusconi lanci un appello all'elettorato moderato cattolico. Difficile che saranno ascoltati. Il presidente del Consiglio sembra piuttosto intenzionato a rilanciare il tema della libertà. Certo, non mancheranno i riferimenti ai valori (è possibile anche un riferimento alle radici cristiane dell'Europa), ma il vero obiettivo del premier sembra quello di rilanciare l'idea di un'Europa meno burocratica, più libera e più vicina ai cittadini. Esattamente l'opposto di quell'Europa bocciata da Francia e Olanda che hanno fermato il processo di ratifica della Costituzione. Non è un caso che, molti di questi temi siano contenuti anche nel documento di base che il partito approverà venerdì. Anche Casini quindi, che come Berlusconi ha schierato i suoi uomini migliori nelle due giornate di studio (Cesa, Buttiglione e Baccini) difficilmente si discosterà da questo canovaccio, anche se il presidente della Camera potrà giocare, e probabilmente giocherà, una carta in più. In fondo lui, da queste parti, è praticamente di casa e Casini potrà mettere sul piatto della bilancia anche la sua carica di presidente dell'Internazionale Democratica di Centro. Una sorta di «carta d'identità» del perfetto moderato. Ultimo elemento che sarà sicuramente determinante: i buoni rapporti che legano Berlusconi e Casini con i leader moderati europei. Ieri, ad esempio, l'ex premier spagnolo José Maria Aznar ha partecipato ad un'iniziativa organizzata dall'Udc in cui ha espresso il proprio augurio per una vittoria della Cdl (e, in particolare, dell'Udc). «Credo nel centrodestra - ha detto - nel centro, nell'Udc. È migliore della sinistra. Le nostre idee, i nostri uomini, le cose che abbiamo fatto, sono migliori di quelli della sinistra». Un piccolo «sgarbo» nei confronti di un vecchio amico come Silvio Berlusconi. Ma, c'è da scommetterci, il premier non si abbatterà e, probabilmente, non esiterà a mettere in mostra le amicizie con la cancelliera

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