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«Nessun pericolo per la campagna elettorale, ma moderate i toni»

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E un invito ai poli a moderare i toni della polemica. Carlo Azeglio Ciampi cerca di spegnere le polemiche che hanno infiammato lo scontro elettorale in questi ultimi giorni, specie dopo l'avviso ai cittadini americani in visita in Italia diramato dal Dipartimento di Stato Usa. Il rischio di una «emergenza democratica» di cui ha parlato Berlusconi viene ridimensionato dalle parole usate dal presidente della Repubblica con i giornalisti al termine della commemorazione delle vittime delle Fosse Ardeatine: «Seguo con attenzione gli eventi di questi giorni, ma non ho motivo di particolare preoccupazione». Ciampi che, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, giovedì era stato invitato dai leader dell'Unione a intervenire, si rivolge direttamente a tutte le forze politiche: chiede loro di praticare la virtù del «rispetto reciproco». Il bene del paese, dice, non si fa «quando si alzano i toni, anzi è bene moderarli». Ma le parole del capo dello Stato, lungi dal produrre gli effetti sperati, suscitano una nuova polemica. Questa volta la lite è su chi sono i destinatari dell'appello di Ciampi. Per Romano Prodi l'invito alla moderazione è rivolto alla Cdl, per Silvio Berlusconi all'Unione. E lo scontro riparte. Berlusconi è a Bruxelles per il Consiglio europeo. I giornalisti si fanno sotto con la dichiarazione del capo dello Stato: «L'appello di Ciampi - risponde il premier - è doveroso. Non si rivolge a noi, ma alla sinistra». Prodi, da Roma, controbatte immediatamente: «Quelli di Ciampi sono parole perfette. Berlusconi dica quello che vuole. Le legga e basta». Ma la querelle su «con chi ce l'aveva Ciampi?» coinvolge un pò tutti. Nel centrodestra i centristi dell'Udc si discostano dall'interpretazione di Berlusconi. «L'invito di Ciampi è rivolto a tutti e a nessuno», dice il leader del partito Pier Ferdinando Casini, che condivide l'esternazione presidenziale e invita a girare pagina e parlare dei problemi dei cittadini. Più esplicito Marco Follini: «È chiaro che l'appello è rivolto a tutti. Nessuno di noi si può chiamare fuori». Gianfranco Fini giudica l'appello di Ciampi «condivisibile» e aggiunge che «ognuno deve fare la sua parte». Il leghista Roberto Calderoli, invece, è in disaccordo su Ciampi: non tanto sull'appello ad abbassare i toni quanto sul problema della sicurezza. Nelle fila dell'Unione, come è facile immaginare, tutti applaudono Ciampi. Piero Fassino definisce l'appello del capo dello Stato «molto opportuno» e chiede al centrodestra di «cambiare registro». Mentre per Francesco Rutelli le parole del capo dello Stato sono «sacrosante».

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