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Bondi: «Pellicola di regime Le gente reagirà indignata»

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Questo film si ritorcerà contro la sinistra perchè nasce da una cultura dell'odio». Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, non è affatto preoccupato per l'impatto elettorale del film di Nanni Moretti «Il caimano». Eppure è un atto d'accusa durissimo. Qualche effetto sugli indecisi potrebbe averlo o no? «L'opinione pubblica sono sicuro che reagirà indignata. È una pellicola di regime frutto di un regista di regime che nasce da una cultura fascista e comunista fuse insieme. L'originalità di Moretti sta proprio nell'aver messo insieme la cultura fascista e quella comunista. Moretti è il sismografo di una mentalità che fa orrore perchè è la mentalità dell'odio». Ma il film sostiene invece che è Berlusconi l'artefice di un clima di tensione. Nel finale un gruppo di simpatizzanti azzurri lancia molotov contro i giudici che hanno emesso la sentenza contro Berlusconi. «Questo è stato il governo più mite e remissivo e più accomodante e libero che si conosca nella storia italiana. Se governasse la sinistra avremmo un governo in cui l'odio, la ferocia, il disprezzo l'ostilità, l'emarginazione, la cattiveria diventerebbero la norma nei confronti degli avversari politici, come dimostra il film di Moretti». Come si spiega tanti libri e ora questo film di attacco a Berlusconi a fronte di sporadiche pubblicazioni contro la sinistra? «Berlusconi è il bersaglio dell'odio, della persecuzione giudiziaria e dell'accanimento politico della sinistra perchè è l'unico uomo politico che gli ha sbarrato la strada al potere. È il nemico da abbattere. È l'unico ostacolo da demolire sulla strada della normalizzazione e della conquista del potere. Ci sono poi frange dell'estrema sinistra che come si è visto a Genova non esitano a usare la violenza contro gli avversari politici». Lei quindi crede davvero che ci sia un pericolo per l'ordine pubblico? «Non dimentichiamo che questo è il Paese del terrorismo rosso. Creare questo clima e questa atmosfera di odio nei confronti del premier in un Paese come l'Italia in cui il terrorismo brigatista ha compituto le sue azioni criminali fino a pochi anni fa, potrebbe creare un clima propizio a atti estremi nei confronti dei politici».

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