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C'È una competizione sotterranea tra Rifondazione Comunista e la Rosa nel Pugno in nome dei «diversi».

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«A suon di proteste, interviste, manifesti in cui si attaccano gli alleati — scrive — la Rosa riesce ad apparire come la più strenua difensora dei diritti delle persone omosessuali e transgender. Appare, ma non è. Perché a scorrere le liste alla fine si scopre che tra i prossimi deputati e senatori della RnP non vi sarà nessun gay, lesbica, trangender o bisessuale. I tre candidati impegnati per i diritti glbt sono tutti in posizioni non eleggibili. Enzo Cuocco, coordinatore del Pride di Torino, è 17° in Piemonte. Luca Trentini, dell'Arcigay di Brescia, è addirittura 33° in Lombardia. La candidata meglio piazzata, Maria Gigliola Toniollo, responsabile dell'Ufficio Nuovi Diritti della Cgil, è sesta nel Lazio, al senato. Posizione che non la mette certo tra le sicure new entry nel prossimo parlamento. Rifondazione, per dire, eleggerà di sicuro almeno due candidate glbt: Vladimir Luxuria e Titti De Simone». «Complimenti ai compagni della Rosa nel Pugno — conclude l'articolo — come degli abili giocatori sono riusciti a far credere a tutti di avere in mano un poker d'assi, invece non hanno neppure una coppia per l'apertura. Un bluff in piena regola».

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