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di LUIGI FRASCA «I POTERI FORTI» vogliono cambiare il programma dell'Unione.

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Neutralizzarlo nei suoi aspetti più radicali, quelli cari alla sinistra del centrosinistra. È l'allarme lanciato da Bertinotti alla luce del convegno di Confindustria a Vicenza. «Bisogna essere realisti, noi lavoreremo perchè i problemi siano risolti e in questo senso il programma dell'Unione è un elemento forte. È però evidente, e questi giorni ne sono l'esempio, che ci sono pressioni da parte dei poteri forti del Paese per annacquare il nostro programma», ha detto il segretario di Rifondazione durante un'iniziativa della sezione italiana del partito della sinistra europea. Se Bertinotti si riferisca al programma fiscale o alle annunciate modifiche della legge Biagi da parte di un eventuale governo prodiano non è chiaro. Ma sicuramente il suo è un modo di «tirare per la giacca» il Professore. Un «avvertimento» trasversale per la gioia dei suoi sostenitori più radicali, per impedire che considerino Rifondazione come un «alleato subordinato» al resto della coalizione e la puniscano alle urne per un atteggiamento non sufficientemente «rivoluzionario», cioè incoerente con il suo passato. «Io penso - ha detto ancora il segretario del Prc facendo appello all'unità interna - che l'Italia ha bisogno di un'impronta riformatrice e penso che l'antidoto al rischio di queste pressioni non sia quello dello scontro interno alla coalizione, ma la costruzione di una partecipazione di tutta la società. Lavoriamo all'unità e, anche se abbiamo dei punti di vista diversi, dobbiamo dare al Paese la garanzia di un governo unitario e di alternativa a Berlusconi». Anche se la parola giustia non sarebbe «garanzia» ma invece «illusione», visto lo stato dei fatti, Bertinotti ci tiene a sottolineare che «ci sono differenze tra di noi anche nette, ma possiamo trovare una convergenza che si può chiamare compromesso programmatico dal chiaro profilo riformatore». Una sorta di piccolo «compromesso storico» all'interno della sinistra, insomma. Che, tuttavia, non può far dimenticare le divergenze: «Io sono in radicale dissenso dal Partito democratico - ha infatti aggiunto Bertinotti - però penso che potrebbe avere un appeal perchè la crisi della politica è così grave che la ricerca del nuovo è molto forte. Noi lavoriamo per costruire un'alternativa a sinistra rispetto al Partito democratico e il nostro progetto si chiama sezione italiana del partito della sinistra europea. Una nuova forza che può mettere insieme tutte le realtà che in questi anni si sono unite contro la guerra e contro le politiche neoliberiste». Sull'atteggiamento nei confronti del sindacato da un lato e di Confindustria dall'altro, il leader dei «rifondisti» ha le idee chiare: «Il Professore esprime un programma in cui ci sono punti di convergenza con il sindacato e in cui ci sono scritti anche i punti di distacco da Confindustria dice - Nel programma dell'Unione si può leggere che noi siamo per la ridistribuzione del reddito e per colpire la rendita finanziaria. C'è anche scritto che siamo per il superamento della legge 30 e per la riconquista della centralità del contratto a tempo indeterminato». Secondo Bertinotti, «quello che è sicuro è che il programma dell'Unione è un'alternativa alle politiche del governo Berlusconi che ha fallito». Tornando poi a commentare la giornata di sabato, il leader del Prc aggiunge: «La Confindustria ha cambiato la sua direzione dopo il fallimento delle politiche della destra. Il governo ha aggredito l'articolo 18 e per opposizione ha avuto la più grande manifestazione sindacale degli ultimi cinque anni. La Confindustria in un primo tempo aveva pensato di accompagnare le politiche di Berlusconi ma poi di fronte al fallimento non ha potuto che dissociarsi. Il riassunto di tutto ciò - conclude Bertinotti - è che tutte le parti sociali sono contro Berlusconi e il nuovo governo Prodi dovrà avere la capacità di riorganizzare il consenso». Infine, dopo l'annuncio dell'approvazione all'unanimità della «Carta dei principi della sinistra europea», nuova tappa nel cammino che porta alla na

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